SPIRIT OF AMERICA

America is a land of wonders, in which everything is in constant motion and every change seems an improvement ----------------------- ALEXIS DE TOCQUEVILLE

Thursday, October 28, 2004

Baseball, Babe Ruth si arrende

E alla fine anche il Bambino si e' arreso. Gli dei del baseball, con in testa 'Babe' Ruth, hanno deciso che 86 anni di punizione sono stati abbastanza per Boston e i suoi sogni sportivi. In una notte di eclisse lunare e di grandi emozioni, i Red Sox hanno rotto a colpi di baseball da leggenda l'incantesimo maligno che dal 1918 impediva loro di salire sul trono dello sport americano per eccellenza. Battendo per 3-0 sotto il celebre arco di St.Louis i campioni locali dei Cardinals, i 'calzini rossi' bostoniani hanno fatto proprie le World Series del baseball, vincendo la serie per 4-0 dopo l'incredibile recupero - da 0-3 a 4-3 - che aveva assegnato loro il titolo dell'American League contro gli arcirivali Yankees di New York. Per la citta' del Massachusetts e per tutto il New England e' la fine di un'epoca, l'epilogo di decenni in cui una generazione dopo l'altra di bostoniani erano cresciuti tra umiliazioni e false speranze sportive, subendo le facili ironie delle tifoserie avversarie. Libri e film sono stati dedicati alla presunta maledizione che gravava sui Red Sox per aver venduto agli Yankees nel 1920 Babe 'Bambino' Ruth, diventato poi il piu' forte giocatore nella storia. A spezzarla e' stata una compagine anomala, fatta di giocatori che hanno ribattezzato se stessi come 'gli idioti' e che insieme assomigliano piu' a una 'compagnia dell'anello' uscita da un libro di Tolkien, che ai professionisti milionari dalla faccia pulita che dominano nella lega del baseball. E a guidarli verso la distruzione dell'incantesimo del loro anello maledetto e' toccato, nelle vesti di Frodo, a Theo Epstein, un manager di 28 anni approdato al baseball da una famiglia di scrittori e diventato l'artefice della svolta dopo soli due anni alla guida dei Red Sox. Dopo la vittoria al Busch Stadium di St,.Louis, Boston e' subito esplosa, con celebrazioni che culmineranno nei prossimi giorni in eventi di piazza che si preannunciano oceanici. Una coda di centinaia di persone si e' formata di prima mattina fuori dal negozio di souvenir di Fenway Park, lo storico stadio cittadino, dove sono stati messi in vendita a tempo di record cimeli con la scritta 'Champions'. Il tifoso piu' celebre dei Red Sox, John Kerry, ha festeggiato durante la notte e nella prima tappa della sua giornata elettorale, in Ohio, si e' presentato con in testa il cappellino con il logo della squadra del cuore. ''C'era chi diceva: 'John Kerry non sara' presidente fino a quando i Red Sox non vinceranno le World Series''', ha ricordato esultante lo sfidante di George W.Bush. ''Il mio messaggio e' questo: stiamo arrivando!'', ha aggiunto il senatore, che martedi' notte spera di unire in una piazza di Boston la festa per la propria vittoria a quella dei Red Sox. Nell'entusiasmo dei festeggiamenti notturni, la polizia a Boston ha compiuto 21 arresti e una ventina di persone sono finite all'ospedale. E' l'effetto di quella passione che nei giorni scorsi, al momento della vittoria dei Red Sox sugli Yankees nell'American League, ha provocato una frattura a un piede a Maria Shriver, moglie del governatore della California Arnold Schwarzenegger ed esponente della dinastia di tifosi per eccellenza dei 'calzini rossi': i Kennedy. La Shriver ha celebrato in California reggendosi sulle stampelle, mentre un altro Vip americano, il re del brivido Stephen King, ha un motivo in piu' per gioire. Insieme a un altro romanziere 'ammalato' di Red Sox, Stewart O'Nan, King ha seguito la squadra per raccontarla in un libro e il loro contratto prevedeva un aumento dei compensi in caso di vittoria nelle World Series. Non sono altrettanti entusiasti commercianti e piccoli imprenditori che in tutti gli Usa vivevano sulla maledizione bostoniana, vendendo oggetti di ogni genere carichi di ironie sulla cattiva sorte della squadra del New England. La vittoria che cambia la storia del baseball americano e' arrivata proprio nell'anno del centenario delle World Series, disputate ininterrottamente dal 1903 con la sola eccezione del 1994, l'anno dello sciopero dei giocatori. Boston aveva vinto la prima edizione cominciando la serie con una vittoria sul campo di casa e i Red Sox, 101 anni dopo, hanno fatto lo stesso. Prima hanno trionfato a Fenway Park, poi si sono trasferiti a St.Louis e hanno chiuso la sfida senza dare ai Cardinals neppure una vittoria: con le quattro vittorie della rimonta sugli Yankees, fanno otto partite vinte consecutive, un altro record per le finali del baseball americano. I nuovi eroi dello sport a stelle e strisce sono ora personaggi come il barbuto Johnny Damon, Derek Lowe, Dave Roberts e Curt Schilling, protagonisti del successo, e soprattutto Manny Ramirez, nominato giocatore dell'anno. Per Boston diventano icone come Paul Revere, uno dei protagonisti della rivoluzione americana. Non a caso John Henry, proprietario della squadra, nel congratularsi con loro, ha voluto esagerare: ''E' l'evento piu' grande dalla Guerra d'Indipendenza...''. Adesso un'altra grande citta' americana resta da sola con il peso di essere la piu' sfortunata nel baseball: si tratta di Chicago, i cui Cubs non vincono le World Series dal 1908, nonostante tentativi di ogni genere di cancellare la loro maledizione.

Wednesday, October 27, 2004

Florida, memorie del caos del 2000

Sono quasi le 3 della notte tra il 7 e l'8 novembre 2000 e uno scoraggiato Al Gore sale sulla limousine che a Nashville, in Tennessee, deve portarlo nella piazza del War Memorial, ad annunciare a migliaia di sostenitori inzuppati dalla pioggia che il sogno e' finito. Ha appena telefonato a George W. Bush per congratularsi per la sua vittoria ed e' pronto a dichiarare pubblicamente la resa. Ma una telefonata di uno dei suoi strateghi, Michael Whouley, lo ferma: qualcosa non va in Florida, il conto non e' chiaro come sembra. Cominciava cosi', con una notte da thriller, la battaglia della Florida che quattro anni fa tenne l'America e il mondo con il fiato sospeso per 36 giorni, in attesa di sapere chi sarebbe finito alla Casa Bianca. A pochi giorni da un nuovo voto, lo stato di Disneyworld e degli alligatori e' ancora al centro dell'attenzione, per i timori di un bis. Molti dei protagonisti di allora sono pronti a scendere in campo per un'altra battaglia legale e alcuni sono gia' al lavoro: e' il caso di Whouley, l' uomo che fermando Gore mise in stand-by per oltre un mese la storia americana, che ora sta cercando di far vincere l'Ohio e la Florida a John Kerry. Quella vissuta in Florida, soprattutto nell'epicentro della contea di Palm Beach, fu una crisi elettorale quale l'America non aveva mai vissuto in oltre due secoli di democrazia. La confusione sulle modalita' di voto aveva reso incerta l'assegnazione dei 27 'grandi elettori' dello stato e tutto era affidato all'interpretazione delle intenzioni di voto dei pensionati di West Palm Beach. Alla fine tocco' alla Corte Suprema intervenire, ratificando la vittoria di Bush per soli 537 voti sui sei milioni di votanti della Florida. Stavolta nello stato si e' cominciato a votare in anticipo, dal 18 ottobre, e in gran parte delle contee si usera il voto elettronico invece delle schede da perforare che avevano creato il caos. Ma in caso di testa a testa, c'e' il rischio che la Florida debba sperimentare un nuovo riconteggio. LA NOTTE DEL CAOS: Il timore di entrambi gli schieramenti e' che la notte tra il 2 e il 3 novembre prossimi assomigli a quella tra il 7 e l'8 novembre 2000. Alle 2:16 della notte del voto del 2000, la rete tv FoxNews proclamo' la vittoria di Bush in Florida. A fare l'annuncio fu un giovane analista, John Ellis, che casualmente era il cugino del futuro presidente. Nel giro di quattro minuti gli altri network seguirono a ruota. Gore, convinto di aver perso, chiamo' Bush al telefono. In Florida pero' il capo della campagna democratica, Nick Baldick, noto' qualcosa di strano. Via via che arrivavano i risultati degli spogli, il margine di vantaggio di Bush si restringeva. Risultavano ancora 360 mila voti da esaminare e nel giro di pochi minuti il distacco si era ridotto a 2.000 voti, poi a soli 600, con contee come quella di Volusia dove per un problema al computer risultava un risultato in negativo per Gore, -16.000 voti. Baldick chiamo' Whouley e il collaboratore dello sfidante di Bush, dopo un esame dei dati, blocco' Gore pochi istanti prima della resa definitiva. L'ex vice di Bill Clinton, dopo frenetiche consultazioni, telefono' di nuovo a Bush: ''Le circostanze sono drammaticamente cambiate...''. Cominciava la battaglia. LA CARICA DEGLI AVVOCATI: Voli charter pieni di avvocati furono spediti in gran fretta in Florida, dove tre contee - Palm Beach, Broward e Miami-Dade - erano nel caos. A West Palm Beach, una roccaforte di pensionati ebrei, una scheda elettorale 'a farfalla' aveva tratto in inganno migliaia di anziani, che invece di votare per Gore e il suo vice, l'ebreo Joe Lieberman, avevano assegnato 3.407 voti al conservatore Pat Buchanan, un candidato noto per aver deriso l' Olocausto. Per giorni fu battaglia sul riconteggio dei voti, sulla validita' dei coriandoli di carta parzialmente punzonati sulle schede dagli elettori, sulle regole di voto gestite dal segretario di stato Katherine Harris, una fedelissima di Bush. 'BUSH CONTRO GORE': Due avvocati di grido, Theodore Olsen per Bush e David Boies per Gore, si misero alla guida degli staff legali. A coordinare il loro lavoro furono due ex capi della diplomazia americana: Gore mise in campo l'ex segretario di Stato Warren Christopher, rivelatosi incerto e troppo accomodante; Bush si affido' a un altro ex segretario di Stato, James Baker, e la sua tattica aggressiva ebbe la meglio. Con la Florida ufficialmente assegnata dalla Harris a Bush e con il caos che si stava diffondendo in tutto lo stato, a suon di conteggi e cause legali, i repubblicani decisero di tentare di chiudere la partita investendo della decisione la Corte Suprema degli Usa. Il voto di 5-4 tra i nove giudici supremi che chiuse il caso 'Bush contro Gore' e decise l'assegnazione della Casa Bianca, e' stato da allora al centro di inchieste, teorie cospirative, rivelazioni. Secondo una delle ultime ricostruzioni, la sorte della presidenza alla fine si sarebbe decisa nell'ufficio del giudice Anthony Kennedy, uno dei membri oscillanti della Corte, le cui scelte sarebbero state prese in seguito alla forti pressioni e alle tesi del suo staff di assistenti, un gruppetto di conservatori provenienti dalla Federalist Society, un centro di addestramento legale saldamente nelle mani della destra. I repubblicani pero' ribattono che il riconteggio in Florida era arrivato ai limiti delle proprie possibilita' e sottolineano come la decisione della Corte suprema sia stata, in realta', un grande esempio della capacita' della democrazia americana di trovare una via d'uscita da una crisi senza precedenti. (ANSA).

Friday, October 22, 2004

OHIO, CAROVANE E MINACCE PER GIORNO GIUDIZIO

COLUMBUS (OHIO), 22 OTT - Mike Coleman, sindaco nero e democratico di Columbus con la voce potente da predicatore battista, non usa giri di parole: ''Il voto in Ohio determinera' il futuro del mondo, siamo l'epicentro di queste elezioni e abbiamo solo pochi giorni per cambiare la Storia, quindi datevi da fare!''. La base del partito s'infiamma, in un teatro della capitale dell'Ohio, e dopo essere stata incitata da Coleman e dallo stesso John Kerry, torna in strada a continuare gli intensi preparativi per il giorno del giudizio. Il 2 novembre l'Ohio promette di presentarsi come un campo di battaglia e cominciano a emergere segnali che lasciano pensare che non manchera' il gioco sporco. Con una sintesi estrema, la situazione puo' essere riassunta cosi': i democratici cercheranno di portare ai seggi piu' persone possibili, soprattutto i 689 mila nuovi elettori registrati da gennaio nello stato, che in gran parte appoggiano Kerry; i repubblicani spereranno in una bassa affluenza per fare il bis della vittoria di George W.Bush nel 2000. Il presidente sconfisse Al Gore e si aggiudico' i 20 voti elettorali dello stato per 165 mila voti di differenza. Analizzando il dato, i democratici hanno fatto scendere in campo una falange di volontari raccolti dai cosiddetti 'gruppi 527', come sono chiamate le organizzazioni non legate al partito che fanno campagna elettorale: tocchera' a loro ricorrere a ogni mezzo possibile, dagli autobus alle carovane di auto e al porta a porta, per far si' che la gente non rinunci a votare. I repubblicani non dispongono in Ohio di uno schieramento analogo e secondo gli avversari starebbero ora rispondendo con gli sgambetti. Wayne Jones, uno dei leader locali del partito democratico, ha accusato gli uomini di Bush di star preparando una raffica di messaggi telefonici preregistrati nei quali si avvertirebbero gli elettori che al seggio possono rischiare l'arresto. ''Sei certo di essere in regola con gli alimenti per la tua ex moglie?'', ''Sei sicuro che non ti aspettano con un mandato d'arresto?'', ''Hai pagato le tue multe di recente?'': il tono dei messaggi, secondo Jones, potrebbe essere questo. Un'accusa che Jason Mauk, portavoce del partito repubblicano dell'Ohio, ha definito ''una buffonata''. ''Non abbiamo alcun piano del genere - spiega - e' la solita tattica della paura che i democratici perseguono sempre''. Altri esponenti dello schieramento filo-Bush hanno rilanciato al mittente le accuse di scorrettezza, ricordando che nei giorni scorsi e' stato arrestato un volontario dei democratici alla periferia di Columbus che ha ammesso di aver offerto soldi e persino crack (la cocaina dei poveri) in cambio di promesse di voti per Kerry. Gioco sporco a parte, lo sforzo dell'ultimo minuto per garantirsi i voti sara' enorme in Ohio. I repubblicani hanno preparato quella che definiscono ''la campagna delle 72 ore'', un'offensiva che negli ultimi tre giorni prevede che i volontari lavorino in 26 mila turni gia' organizzati, per investire gli elettori registrati come repubblicani con una valanga di telefonate, email, Sms e quant'altro, per essere certi che vadano a votare. Ma i democratici hanno piu' forze disponibili. MoveOn.org, Acorn, Bring Ohio Back e altri movimenti filo-Kerry faranno arrivare volontari dagli stati degli Usa dove la situazione e' meno incerta, per concentrarsi sull'Ohio. La sezione locale di America Coming Together (Act) da sola potra' mettere in campo 12 mila attivisti, pagandoli 75 dollari ciascuno per una giornata di lavoro durante l'Election Day. In tutta America, Act spendera' il 2 novembre 10 milioni di dollari - raccolti in gran parte su Internet da democratici in tutto il paese - per portare gli elettori ai seggi. In Ohio sono pronti bus gratuiti che faranno il giro delle zone residenziali a maggioranza democratica, soprattutto per raccogliere gli anziani. Ma in strada ci saranno anche volontari armati di megafoni, cartelli, campanacci e quant'altro possa attirare l'attenzione e ricordare che e' tempo di votare. Uno sforzo sul quale i repubblicani non rinunciano a malignare: a loro avviso, gli shuttle che rastrelleranno i quartieri poveri saranno imbottiti di pizza, pollo fritto e birra per invogliare la gente a salire. Un espediente che sarebbe illegale e al quale i democratici giurano di non aver neppure pensato.

OHIO, BUSH TORNA PER CERCARE DI TAPPARE FALLE

CANTON (OHIO), 22 OTT - Il quartier generale della Hoover, il colosso mondiale degli aspirapolvere, sembra uscito da un quadro di Norman Rockwell e tradisce l'ottimismo industriale che a Canton e nel resto dell'Ohio dominava nei decenni scorsi. Adesso pero' dallo stabilimento escono non solo prodotti per la pulizia dei pavimenti di mezzo mondo, ma anche un gran numero di operai con in mano la temuta 'pink slip', la busta rosa che negli Usa significa licenziamento. L'Ohio soffre di una grave emorragia di posti di lavoro e George W.Bush vi e' tornato per frenare un'altra emorragia, quella dei voti, che potrebbe impedirgli di rivincere qui come quattro anni fa. Una sconfitta che secondo gli esperti potrebbe costargli la presidenza. La Casa Bianca sta correndo ai ripari dopo che nelle ultime settimane un'aggressiva campagna di John Kerry e John Edwards in tutto lo stato ha portato a un possibile sorpasso in Ohio: l'ultimo sondaggio di UsaToday-Cnn-Gallup da' Kerry avanti di misura su Bush tra gli elettori probabili, 49-48%, per la prima volta dai giorni della Convention democratica di Boston. Il presidente ha visitato l'Ohio 28 volte da quando lo vinse per un soffio su Al Gore nel 2000 e vi e' passato 15 volte solo quest'anno. Ma da tre settimane mancava all'appello e c'e' chi comincia a leggerlo come un passo che potrebbe essere fatale. ''Il presidente sta facendo l'errore che fece Gore quattro anni fa, quando smise di investire in pubblicita' e rinuncio' all'Ohio troppo presto, dopo aver ridotto il margine dal 14 al 3%'', spiega John Michel Spinelli, un'italoamericano (genitori pugliesi) che a Columbus, la capitale dello stato, dirige 'The Hannah report', una newsletter dedicata alla politica locale. E' per questo che non appena Kerry ed Edwards hanno lasciato l'Ohio, nello stato e' subito piombato Bush, puntando su Canton, una citta' di 80 mila abitanti a sud di Cleveland che incarna tutte le risorse e i problemi di questa fetta d'America. Nel quadrante di nord-est dell'Ohio, uno degli stati piu' contesi in queste elezioni, ci sono 7.000 grandi aziende, le sedi principali di 14 societa' che figurano nella classifica Fortune 500 e le prospettive sembravano rosee fino a pochi anni fa. Ma ora, racconta Beth Griffith, una delle tante operaie della zona rimaste senza lavoro, ''abbiamo cosi' tante fabbriche che stanno chiudendo che presto questa sara' una citta' fantasma''. Un quadro a tinte scure che i repubblicani respingono come troppo catastrofico e al quale ribattono sparando cifre sulla riconversione del nord-est Ohio, passato a essere dalla 'valle dei polimeri' - come era chiamato per la concentrazione di aziende plastiche - a un epicentro della produzione ad alta tecnologia. L'outsourcing, indicato spesso come la causa principale dei mali delle aree industriali americane, qui secondo il partito del presidente e' responsabile solo per il 2% della perdita di posti di lavoro. La trasformazione in corso, accusano pero' gli avversari dell'amministrazione Bush, sta costando cara in termini di occupazione: Cleveland e' diventata l'area metropolitana con la maggiore percentuale in tutti gli Usa di persone che vivono con salari inferiori a quello minimo. Edwards ha preceduto Bush di tre giorni a Canton, cercando di raccogliere consensi dopo che il quotidiano locale, il 'Canton Repository', ha deciso di appoggiare il presidente. Il numero due democratico e' venuto a bollare Bush come ''un incompetente che ha perso nel solo Ohio 237 mila posti di lavoro nel suo mandato''. Con il vice impegnato a criticare le scelte dell' amministrazione Bush, e' toccato a Kerry il compito di proporre la sua visione per il futuro dello stato. In un teatro a Columbus, Kerry giovedi' si e' presentato con al fianco la vedova dell'attore Christopher Reeve, Dana e l'ex astronauta ed ex senatore John Glenn - un esponente di punta dei democratici dell'Ohio, mentre l'altro astronauta celebre dello stato, Neil Armstrong, e' repubblicano - per promettere di creare un'America ''che guidi il mondo nella scienza e nella tecnologia''. La ricerca, che e' sempre stata uno dei cavalli di battaglia in uno stato con importanti istituzioni universitarie, per Kerry e' la vera alternativa alla crisi dell'industria tradizionale. L'approccio di Bush nei confronti della scienza, ha accusato il senatore del Massachusetts, e' ''da ideologo'' e lo dimostra a suo avviso il caso del freno imposto dalla Casa Bianca alla ricerca sulle cellule staminali embrionali, per la quale Reeve si e' battuto fino alla morte. La ricetta di Kerry e' stimolare l'innovazione in Ohio attingendo alle risorse di creativita' che lo stato ha dimostrato fin dall'inizio del secolo scorso, quando due meccanici di biciclette di Dayton, i fratelli Orville e Wilbur Wright, inventarono il primo aereo. La replica di Bush non si e' fatta attendere. Sia giovedi', sia nella sua tappa odierna a Canton, il presidente ha puntato l'indice sul tema dei costi delle scelte di Kerry e ha criticato i democratici che mentre parlano di ricerca scientifica e cellule staminali, propongono ''un piano sanitario che farebbe precipitare l'America verso il controllo federale della salute, con un degrado e un peggioramento della qualita' e della diffusione dei servizi medici''. Bush in Ohio si e' fatto precedere dal vice Dick Cheney, impegnato non solo a ribattere agli affondi degli sfidanti, ma anche a prendere in giro Kerry per essere andato a caccia giovedi' nello stato (un chiaro tentativo di conquistare le simpatie di decine di migliaia di cacciatori locali): ''So che si e' comprato la giacca mimetica per questa occasione - ha detto Cheney, un accanito cacciatore - e questo mi spinge a chiedermi quanto spesso vada a caccia...''.

Thursday, October 21, 2004

CACCIA AI NUOVI ELETTORI, CAMPUS S'INFIAMMANO

PITTSBURGH, 21 OTT - Gli esami possono aspettare un paio di settimane, i libri di testo restano inutilizzati ad accumulare polvere. Nei campus americani e' tempo di febbre elettorale e nella volata finale verso il 2 novembre studiare e' un lusso che gli attivisti da entrambe le parti della barricata non possono permettersi. Con i repubblicani che scelgono la caccia paziente, un voto alla volta, e i democratici che puntano sul rastrellamento ad ampio raggio, le universita' degli Usa fervono di iniziative e idee mirate a un solo obiettivo: portare ai seggi il numero maggiore possibile di nuovi elettori. I campus di Pittsburgh sono un esempio significativo della mobilitazione in corso in tutte le cittadelle del sapere del Paese. Alla prestigiosa University of Pittsburgh o alla vicina Carnegie Mellon University - dove hanno sede tra l'altro i centri di ricerca da cui gli Usa difendono il cyberspazio dagli attacchi mondiali degli hackers - non si parla che di George W.Bush e John Kerry. Nel resto della contesissima Pennsylvania, soprattutto nei campus della Penn State University sparsi in tutto lo stato, l'atmosfera e' la stessa. Magliette, spille, cartelli e le immancabili feste nelle sedi delle varie 'fraternita'' sono pero' solo l'aspetto piu' vistoso di cio' che accade in questo periodo nella quotidianita' degli studenti americani. I giovani repubblicani hanno messo a punto una strategia che prevede una complessa rete di contatti e rapporti faccia a faccia con ogni singolo elettore, per spingerlo ad andare a votare (ovviamente per Bush). L'idea e' quella di coinvolgere sempre piu' gli studenti, uno ad uno, in modo quasi sotterraneo, per non dare ai rivali democratici l'idea di come stia andando la raccolta di voti. ''Siamo andati a bussare letteralmente a ogni porta delle residenze universitarie - racconta Mike Toto, coordinatore della campagna repubblicana nei college della Pennsylvania - e una volta individuati i potenziali elettori del presidente, abbiamo mantenuto il rapporto con un'intensa serie di telefonate, email e altre visite''. Eventi per poche decine di studenti, mirati a rafforzare la base dei fedelissimi, vengono organizzati con la partecipazione di esponenti di punta del partito repubblicano. Il senatore ultraconservatore della Pennsylvania Rick Santorum, per esempio, ha appena incontrato gli studenti della Penn State per spiegar loro che nelle elezioni e' in ballo ''una sfida seria contro quello che io, invece di terrorismo, preferisco chiamare fascismo islamico, perche' questa gente, come i nazisti e i comunisti, punta a conquistare il mondo''. I democratici hanno invece scelto la strada dei grandi numeri, inviando centinaia di volontari a fare campagne pubbliche di reclutamento e dando vita a eventi-spettacolo come quello di mercoledi' sera alla Carnegie Mellon, dove migliaia di universitari hanno applaudito Kerry e la rockstar Jon Bon Jovi sotto un palco allestito sui prati dell'austero campus di Pittsburgh. Quale tattica rendera' meglio, lo diranno le urne. Quel che e' certo e' che lo sforzo non si fermera' fino al momento della chiusura dei seggi. ''Porteremo la gente a votare, stiamo facendo di tutto per far registrare piu' studenti possibile e c'e' un grande interesse'', spiega Matt Brannagan, matricola alla University of Pittsburgh e fedelissimo di Bush. ''Qui in Pennsylvania - aggiunge - il tema che sta piu' a cuore ai giovani e' il lavoro, mentre il terrorismo non e' la questione centrale come in altre parti del paese. E il piano del presidente e' senza dubbio migliore di quello di Kerry''. Non sono d'accordo le sorelle Jennifer e Christian Corr, 18 e 16 anni, una al college e l'altra al liceo, per le quali ''le cose andranno molto peggio e diventeranno davvero preoccupanti negli Usa, se Bush verra' rieletto''. Con le loro spille che inneggiano a Kerry-Edwards e i cartelli con gli slogan democratici, le sorelle Corr sono pero' tra le poche, in un momento di grande divisione, che sperano in una riappacificazione nazionale dopo il voto. ''Siamo cresciute in una famiglia - spiegano - dove ci e' stato insegnato il rispetto di tutte le posizioni e il desiderio piu' grande in questo momento, nostro e di molti altri ragazzi, e' vedere piu' unita' sulle scelte importanti''. Nel 2000 fu Bush ad aggiudicarsi, di stretta misura, il voto degli elettori tra i 18 e i 29 anni in Pennsylvania, con un vantaggio di 49 a 44% su Al Gore, ma fu il democratico a conquistare i 21 voti elettorali dello stato. Il porta a porta dei repubblicani nei campus, secondo gli esperti, sta dando risultati migliori delle strategie dei democratici, perche' i potenziali elettori filo-Bush identificati sembrano piu' propensi a mantenere l'impegno di presentarsi a votare. I democratici negli ultimi giorni hanno reagito con raccolte di firme e raffiche di email, ma la battaglia e' incerta.

PROMETTE GUAI L'ALLEGRO CAOS IN PENNSYLVANIA

PITTSBURGH, 21 OTT - Il rocker Jon Bon Jovi salta sul palco tirato su in mezzo a un campus universitario di Pittsburgh e intona 'Living on a prayer', una sorta di inno nazionale dell'operaio d'America. Migliaia di studenti si scatenano, ma il delirio arriva quando la musica di Bon Jovi lascia spazio all'ingresso in scena di John Kerry: ''Questa canzone e' in pratica tutto il piano economico di Bush, pregare che le cose migliorino!'', esclama l'aspirante presidente. E la 'sua' Pennsylvania esplode. L'adrenalina e l'entusiasmo hanno ormai raggiunto l'apice, a pochi giorni dal voto, in uno degli stati piu' contesi dell' Unione e uno dei piu' visitati dai due sfidanti per la Casa Bianca: Kerry vi e' tornato mercoledi', il presidente George W.Bush lo ha battuto a tappeto oggi, muovendosi tra i sobborghi di Filadelfia e Hershey, la capitale della cioccolata americana. Repubblicani e democratici hanno messo in campo tutte le forze e i soldi disponibili per la volata finale e nella frenesia di attirare l'attenzione degli elettori cadono anche i pudori. Ne sa qualcosa Carolyn, bionda e statuaria sostenitrice di Bush che con uno striminzito bikini a stelle e strisce e una 'W' tatuata sulla pancia (di certo non il tradizionale look repubblicano) ha cercato, con un gruppo di fedelissimi del presidente, di distogliere l'attenzione da Kerry durante la sosta a Pittsburgh del senatore democratico. Ma l'allegro caos di fine campagna elettorale non promette niente di buono in Pennsylvania, perche' e' lo specchio di una assai piu' preoccupante confusione che gia' serpeggia tra le urne di questa fetta d'America che ne' Bush, ne' Kerry possono permettersi di perdere il 2 novembre. Accuse di brogli nelle registrazioni degli elettori e preparativi per un drammatico riconteggio dei voti imperversano gia' da una parte all'altra dello stato che si candida ad essere la Florida del 2004. A contribuire all'incertezza e' il mix di metodi di voto usati nello stato, dove convivono schede a punzonatura, macchine azionate da leve e i piu' nuovi (ma non sempre affidabili) touchscreen, gli schermi elettronici su cui si vota con un dito. ''Entrambi i partiti si stanno preparando a un Armageddon legale, sara' uno scenario da incubo che fara' assomigliare la Florida del 2000 a una passeggiata'', ha pronosticato Terry Madonna, docente di scienze politiche ed esperto elettorale della Pennsylvania, dalle colonne del Pittsburgh Tribune-Review. Le autorita' elettorali federali hanno dato il via libera alle due campagne a raccogliere fondi finalizzati a pagare le eventuali spese legali post-elezione e in Pennsylvania la caccia ai soldi e' furiosa. ''E' d'importanza critica avere i fondi necessari per un eventuale riconteggio'', spiega T.J.Rooney, presidente del partito democratico nello stato. E il suo collega repubblicano, Dan Hayward, e' d'accordo: ''In questo momento siamo concentrati sull'Election Day, ma e' chiaro che dobbiamo essere pronti anche per cio' che puo' accadere il giorno dopo''. Gli avvocati in Pennsylvania in realta' sono gia' al lavoro e sono partite azioni legali contro societa' come 'Sproul and Associates', uno studio di consulenza dell'Arizona che e' stato assunto dai repubblicani per reclutare volontari da mandare porta a porta a far registrare nuovi elettori nell'area di Pittsburgh. Il problema, sostengono i democratici, e' che l' iniziativa viene presentata come imparziale, ma ci sono testimoni secondo i quali i volontari si rifiutano di registrare i possibili elettori orientati verso Kerry (negli Usa al momento dell'iscrizione nelle liste elettorali occorre indicare la propria collocazione politica o registrarsi come indipendenti). Con i sondaggi che indicano ancora un testa a testa, Bush e Kerry sono a caccia di ogni voto in mezzo ai 12,5 milioni di abitanti di uno stato grande come un terzo d'Italia. Il popolo del presidente qui e' nelle zone rurali dell'interno e nei sobborghi intorno ai mall che a Pittsburgh, per esempio, cingono d'assedio la citta' dopo aver preso il posto delle vecchie acciaierie. L'esercito di Kerry e' tra gli operai e i minatori, tra i lavoratori che hanno perso l'impiego per l'outsorcing e soprattutto tra i grattacieli delle grandi citta' come Filadelfia e Pittsburgh, da dove nel 2000 arrivo' la risicata vittoria in Pennsylvania di Al Gore. A Pittsburgh, dove ha raccolto migliaia di persone nel campus della Carnegie Mellon University, Kerry gioca in casa: con la moglie Teresa ha una villa in periferia e la citta' di Andy Warhol, considerata una delle piu' vibranti e innovative negli Usa, e' anche la sede dell'impero del ketchup degli Heinz, di cui l'aspirante First Lady ha ereditato le redini (e i miliardi) dopo la morte del primo marito, il senatore John Heinz. Kerry ha parlato di terrorismo, economia e soprattutto di ricerca scientifica alla folla di studenti - tutti potenziali e preziosi nuovi elettori - che si sono messi in fila per ore, in un allegro disordine, per applaudire la strana coppia formata dal senatore del Massachusetts e da Bon Jovi. ''Ho difeso questa nazione da giovane - ha detto Kerry alla platea di universitari, tra i quali serpeggia l'inquietudine per le voci (piu' volte smentite da Bush) della volonta' dei repubblicani di reintrodurre la leva obbligatoria -, sono andato volontario in Vietnam a combattere e voglio sia chiara una cosa: con la stessa passione con cui mi sto battendo per vincere, con la stessa passione per cui ero pronto a rischiare la mia vita, cosi' oggi vi guardo negli occhi, come americani, e vi prometto che difendero' sempre gli Stati Uniti d'America''.

Tuesday, October 19, 2004

IN FLORIDA CON BUSH, ALBA PATRIOTTICA NEL CAMPO DA BASEBALL

ST.PETERSBURG (FLORIDA), 19 OTT - Spunta il sole sul Golfo del Messico e trova seimila persone gia' in piedi da ore, radunate in un campo da baseball affacciato sulla baia di Tampa. In piedi, mano sul cuore, recitano all'alba il giuramento alla bandiera, cantano l'inno nazionale, ascoltano musica country e impazziscono quando George W.Bush si unisce a loro. ''Mi fai sentire sicura'', e' scritto a caratteri rossi sul cartello di una ragazza che inneggia al 'comandante in capo', ed e' una perfetta sintesi dei sentimenti di tutti. Cartoline dal pianeta repubblicano, fotogrammi della Florida di Bush, battuta a tappeto ancora una volta oggi dal presidente in coppia con il fratello governatore Jeb. Prima nel vecchio stadio del baseball di St.Petersburg, poi in un paio di localita' balneari sempre sulla costa occidentale dello stato piu' conteso d'America, il candidato alla successione di se stesso si e' lanciato in un'altra giornata di campagna furibonda per cercare di rastrellare gli scarsi voti degli indecisi e rafforzare la base dei fedelissimi: ''Ho bisogno del vostro voto e voglio che ciascuno di voi porti almeno dieci persone ai seggi. Votate subito, non perdete tempo'', ha ripetuto Bush, facendo eco alle stesse richieste fatte in questi giorni da John Kerry in Florida, dove i seggi sono gia' aperti. Gli eventi che la Casa Bianca e il partito repubblicano stanno organizzando per il presidente nel finale della campagna elettorale sono simili a quello all'alba sul 'diamante' dello stadio Progress Energy Park e mostrano l'abisso che separa in questi giorni il popolo patriottico di Bush da quello piu' informale di Kerry. A St.Pete, la capitale mondiale del cielo sereno - detiene il record assoluto di giorni consecutivi senza una nuvola - lo scenario sembra creato dai registi repubblicani sulle note di una sinfonia di Aaron Copland, mentre negli appuntamenti della volata finale dei democratici si viaggia al ritmo di Bruce Springsteen. Ecco cosi' il podio con lo stemma della Casa Bianca in mezzo alle tribune dello sport americano per eccellenza, le stelle e strisce dovunque, la giornata che inizia con la preghiera e il saluto alla bandiera: ''Non e' grandioso che in America possiamo ancora definirci una nazione 'sotto Dio'?'', chiede alla folla il sindaco di St.Pete, Rick Baker, e la risposta e' un boato d'approvazione. E poi la musica country ad accompagnare l'attesa di Bush, con l'ospite d'onore alla fine introdotto dalle note di 'Living in America' di James Brown. Cio' che non cambia, nel mondo di Bush come in quello di Kerry, e' l'entusiasmo della base. Ma i repubblicani della Florida sembrano piu' in sintonia con il loro candidato di quanto non siano i democratici con Kerry, che temono di ricevere dal senatore del Massachusetts una delusione analoga a quella lasciata quattro anni fa da Al Gore. ''La parola giusta da usare per noi e' 'innamorati', noi siamo innamorati di questo presidente'', spiega Karl Booker, un dipendente dei servizi sociali a St.Petersburg che ha portato all'alba nel campo da baseball anche i figli, ''perche' vivano un pezzo di storia''. ''La sicurezza e' l'unico tema che conta quest'anno - dice Booker - e non possiamo affidarla a Kerry, perche' ci venderebbe all'Onu e a noi le Nazioni Unite non piacciono. La minaccia e' mondiale e la gente nel resto del mondo, specie in Europa, sembra non capirlo. Non capiscono l'America: proteggendo noi stessi, proteggiamo anche loro''. Sono d'accordo la bionda Kathleen Bowman e la bruna Angela Kershmer, due amiche che hanno conquistato un posto proprio sotto il podio con lo stemma dell'aquila presidenziale: ''L'Iraq e' stata una scelta giusta e il presidente non cambiera' direzione, perche' l'America sta andando nella direzione giusta. E' l'Europa che va sulla strada sbagliata''. Sul palco, prima di Bush, si succedono politici locali che spiegano come Kerry voglia ''imporci un sistema sanitario da eurosocialismo, cosi' da farci andare in bancarotta come sta accadendo a paesi come la Svezia''. Mel Martinez, l'ex profugo cubano che Bush ha prima fatto ministro e ora candidato a un posto di senatore in Florida, racconta la sua storia da 'sogno americano' e ammonisce: ''Non lasceremo che i francesi decidano il posto che questo straordinario paese deve avere nel mondo. Non e' cio' che sta alla base dell'America che io amo e che mi ha adottato quando ero un ragazzino''. Tre dita alzate, a formare una 'W', accompagnano ogni rassicurazione che il popolo di Bush riceve dal proprio capo. ''Quella che stiamo combattendo e' una guerra aggressiva contro gli ideologi dell'odio'', tuona Bush al microfono, con gli altoparlanti che sparano la sua voce fin nella baia di Tampa e verso la base aerea McDill, dove ha sede il Comando centrale delle forze Usa, che guida le operazioni in Afghanistan, Iraq e in una fetta di mondo che va dal Corno d'Africa all'Asia centrale. ''Se l'America mostra incertezza nel prossimo decennio - ammonisce Bush - il mondo andra' incontro a una tragedia. Ma questo non accadra' finche' io sono al comando''. Nelle varie tappe della giornata in Florida, il presidente ribadisce la propria filosofia di base: meno presenza del governo nelle scelte che riguardano la vita quotidiana degli americani, ma nello stesso tempo un governo forte quando si tratta di sicurezza e lotta al terrorismo. Alle platee osannanti, Bush propone scene da tipico 'American dream': ''Quella che vogliamo creare e' una societa' di proprietari, dove sempre piu' gente possa aprire la porta di casa e invitarvi dentro dicendo: 'Benvenuto, questa e' casa mia'''. E per aiutare piu' gente possibile a realizzare l'aspirazione alla proprieta' privata, la ricetta di Bush e' chiara cosi' come e' controversa e criticata da Kerry: tagli alla tasse e poi ancora tagli.

Monday, October 18, 2004

FLORIDA, IL POPOLO DI KERRY SOGNA MA HA PAURA

WEST PALM BEACH (FLORIDA), 18 OTT - Il suo amore per la Florida, dove vive dal 1974, e' fuori discussione. Ma a 85 anni e dopo averne viste di tutti i colori, Florence Schwartz non si illude. ''Questo e' lo stato piu' imbroglione e truffatore di tutta l'Unione'', spiega fumando una sigaretta dopo l'altra sul prato di un grande parco a nord di Miami, mentre a pochi metri da lei John Kerry, microfono in pugno, cerca di convincere Florence e migliaia di elettori come lei che stavolta sara' diverso. Il popolo di Kerry, che il candidato alla Casa Bianca dei democratici e' venuto a galvanizzare tra domenica e lunedi' in mezza Florida, sogna che sia la volta buona, ci spera, ma ha anche una grande paura. L'epilogo della campagna elettorale del 2000, con la vittoria al fotofinish di George W.Bush su Al Gore, ha lasciato traumi ancora visibili nell'elettorato democratico dello stato del sole e degli uragani, di DisneyWorld e delle folli schede per il voto 'a punzonatura' (ora tolte di circolazione), che quattro anni fa tennero il mondo con il fiato sospeso. La sfida di Kerry in questi giorni e' convincere i piu' scettici tra i suoi sostenitori che il bis non ci sara' e quindi occorre combattere fino all'ultimo, voto per voto. I seggi elettorali sono stati aperti oggi in Florida, si vota per due settimane e non piu' solo nel martedi' dell'Election Day e il senatore del Massachusetts da due giorni insiste su un messaggio-chiave, al quale possono essere affidate le sue sorti elettorali: ''Andate a votare subito, non perdete tempo e portate piu' gente che potete a votare con voi''. Kerry lo ha detto domenica pomeriggio a migliaia di persone che hanno sopportato quattro ore di sole rovente e una lunga coda di fronte ai metal detector del Servizio Segreto, prima di ascoltarlo nel parco cittadino di Pembroke Pines, tra Miami e Fort Lauderdale, in quella contea di Broward che nel 2000, insieme a quella vicina di Palm Beach, fu l'epicentro del caos. Lo sfidante di Bush ha ripetuto l'esortazione stamani a West Palm Beach, raccogliendo un'altra folla consistente nonostante l' appuntamento di primo mattino in un giorno di lavoro ed e' poi piombato su Tampa e Orlando per battere sullo stesso punto. Ma la base e' inquieta, soprattutto quando si tratta degli anziani ebrei, una fetta consistente della popolazione di pensionati nel sud della Florida. ''Temo che accadra' come quattro anni fa - spiega Florence Schwartz, una signora minuta che sfida il sole a picco con l'ausilio di un cappellino da baseball arancione - perche' qui comanda ancora il fratello di Bush, il governatore Jeb e i repubblicani hanno il controllo del sistema elettorale. Hanno appena gettato via 8 mila richieste di voto per corrispondenza, ovviamente in gran parte democratiche, solo perche' non era stata segnata una casella vicino alla scrita 'Sono cittadino americano'''. Anche Pauline, 83 anni (''il cognome lasciamolo stare, comunque e' ebreo'') e' venuta ad applaudire Kerry a Pembroke Pines, con la mente che continua a correre al 2000. ''Facevo la volontaria per Gore - racconta, scuotendo la testa sotto il cappello di paglia che la protegge dal sole - ho cercato decine di voti per lui. Si arrese troppo presto, per senso di responsabilita': stavolta spero che Kerry non molli se ci troviamo in una situazione simile. Il problema e' che adesso, quando ti metti al telefono e chiami la gente per ricordar loro che ogni voto conta, ti replicano: 'Si', come no, proprio come quattro anni fa...' E io che posso replicare?''. Secondo Pauline, molto e' cambiato in questi quattro anni anche nella comunita' dei pensionati ebrei, una base elettorale decisiva per i democratici in Florida. ''In primo luogo stiamo invecchiando - dice - e gli ispanici prendono sempre piu' il nostro posto. E loro sono un mondo a parte, che vota in buona parte repubblicano, soprattutto quando si tratta di cubani''. Poi c'e' la questione della sicurezza. Bush e' venuto a corteggiare sabato la comunita' ebrea a West Palm Beach (lunedi' sera era atteso di nuovo in zona), portando con se' la notizia di aver appena firmato il 'Global anti-semitism review act 2004', una legge che impegna il Dipartimento di Stato a documentare ogni anno gli attacchi contro gli ebrei in tutto il mondo. L'appoggio della Casa Bianca repubblicana a Israele e i timori per il terrorismo sembrano raccogliere consensi nell' ambiente ebreo dello stato-chiave delle elezioni. ''Dopo l'11 settembre 2001 - spiega Pauline - molti dei miei amici si sono spostati a fianco di Bush, sono convinti che il presidente sia la scelta migliore per combattere il terrorismo''. Il senatore in questi giorni cerca di riconquistare anche loro. Lo fa facendo distribuire alla folla, nelle varie tappe in Florida, cartelli da agitare di fronte alle telecamere delle tv che recitano: 'Forti a casa, rispettati nel mondo'. Lo fa accusando Bush dal palco di aver reso l'America piu' insicura, trasformando i suoi cittadini in bersagli per il terrorismo o anche solo per l'odio antiamericano. Ma in Florida Kerry adegua il messaggio anche agli altri temi che stanno a cuore alla gente, oltre alla sicurezza. Tra gli anziani di West Palm Beach e della contea di Broward, per esempio, l'assenza quest'anno di una scorta sufficiente di vaccino per l'influenza diventa un'arma nelle mani del senatore. ''Se un presidente non e' in grado di mettere a disposizione abbastanza vaccini per la popolazione anziana - e' l'affondo di Kerry - come puo' pensare di proteggerla dal terrorismo? Sono sicuro che se l'Halliburton producesse vaccini, ce ne sarebbero per tutti!''. Florence e Pauline si spellano le mani e sventolano cartelli 'Women for Kerry', sperando che l'uomo dai capelli d'argento la' sul palco riempia di contenuto lo slogan che, insieme al resto della folla, ripetono ogni cinque minuti: ''Basta con Bush!''.

PALM BEACH, LA CITTA' DEL GRANDE CAOS VOTA GIA'

WEST PALM BEACH (FLORIDA), 18 OTT - Hanno dormito in tenda e sacco a pelo per essere i primi in coda all'alba, come se in premio ci fossero preziosi biglietti per la prima di un nuovo episodio di 'Guerre Stellari'. Per i ragazzi accampati fuori da un edificio statale a West Palm Beach stavolta non c'e' pero' in ballo l'ennesimo kolossal hollywoodiano, bensi' la possibilita' di votare in anticipo e soprattutto la difesa del diritto di ogni voto a essere contato. Fosse un film, per i democratici della Florida non sarebbe di fantascienza, ma un horror di cui temere un possibile 'Episodio II'. Sono scene di un ritorno sul luogo del delitto, quelle che un tiepido lunedi' mattina propone nella localita' balneare della Florida dove quattro anni fa scoppio' il peggior caos elettorale nella storia degli Usa e dove - ad avviso dei sostenitori allora di Al Gore, oggi di John Kerry - nel 2000 ad essere uccisa fu la democrazia. Nel timore di trovarsi di nuovo al centro dell' attenzione per l' incapacita' di indicare un vincitore, il Sunshine State, lo stato del cielo sereno e delle nubi elettorali, stavolta ha deciso di giocare d'anticipo. La legge e' stata cambiata per permettere di votare con due settimane d'anticipo sul martedi' dell'Election Day (2 novembre). Da oggi negli Usa si vota anche in Texas, Colorado e Arkansas e ci sono altri stati dove gia' vengono raccolte schede con il nome di George W.Bush o John Kerry. Ma la Florida e' un caso a parte e i candidati lo sanno bene. ''Il giorno piu' importante di queste elezioni - ha tuonato il candidato democratico incontrando gli elettori a West Palm Beach nelle ore in cui si aprivano le urne - non e' il 2 novembre, ma il 18 ottobre, oggi. Andate a votare fin da ora, non aspettate e portate con voi piu' gente che potete. Se votate in anticipo adesso, non dovremo stare alzati fino a tardi la notte del 2 novembre...''. Beth Lerner e Fred Dibean, ventenni di West Palm Beach, hanno giocato d'anticipo sull'appello del senatore del Massachusetts. Domenica sera, con una ventina di altri giovani sostenitori democratici, hanno piantato le tende di fronte al Military Trail, la sede del servizio elettorale della contea di Palm Beach, dove viene raccolto il voto anticipato. Studenti pro-Kerry hanno fatto altrettanto in altre cinque citta' della Florida, da Miami alla capitale Tallahassee. ''Vogliamo che tutti sappiano che c'e' questo diritto a votare in anticipo, vogliamo che la gente si attivi subito, stavolta non possono sottrarci il voto'', spiega Beth all'alba di lunedi', con gli occhi che mostrano i segni di un arretrato di sonno. Palm Beach in questi giorni e' cinta d'assedio dal Secret Service, l'agenzia che protegge il presidente e il suo sfidante. Colpa dell'intreccio di presenze che Bush e Kerry hanno messo in programma nella citta', dove le celebri palme mostrano i segni devastanti del passaggio nelle scorse settimane dell'uragano Frances. Kerry ha dormito domenica a Palm Beach e ha avuto un incontro pubblico di primo mattino, prima di trasferirsi a Tampa. Il presidente e' stato a West Palm Beach sabato ed era atteso di nuovo lunedi', stavolta per una serata privata nella villa dell'imprenditore immobiliare Ned Siegel, per una raccolta di fondi con biglietti da 25 mila dollari a testa. Tanta attenzione e' la conseguenza di cio' che accadde nel 2000, quando Bush si aggiudico' la Florida e la presidenza per soli 537 voti e le maggiori contestazioni avvennero proprio a West Palm Beach, per le schede a punzonatura 'a farfalla' che trassero in inganno migliaia di pensionati. La creatrice delle schede contestate, Theresa LePore, 49 anni, e' ancora alla guida dell'ufficio elettorale locale, anche se ha appena perso le elezioni per il rinnovo della carica e a gennaio dovra' andarsene. Era una democratica, ma adesso dice di essere registrata come indipendente, per la valanga di accuse e insulti che le piovvero addosso da parte dei sostenitori di Al Gore. ''Il voto anticipato - spiega - cambia il modo in cui i candidati fanno campagna, perche' devono far arrivare il loro messaggio con due-tre settimane d'anticipo. Ma siamo contenti che ci sia questa opportunita'''. Tutto pero' fa pensare che la contea di Palm Beach e forse altre in Florida non verranno risparmiate neppure quest'anno dalle polemiche. Le schede a punzonatura sono state sostituite dai touchscreen, gli schermi elettronici dove si vota con il tocco di un dito, come il comune bancomat. Ma un primo test delle macchine nei giorni scorsi si e' rivelato un fiasco, perche' il server centrale e' andato ko per il caldo. Nel fine settimana il test e' stato ripetuto e tutto ha funzionato. Alcuni gruppi per il diritto di voto hanno avviato cause legali chiedendo che sia ordinato alle autorita' elettorali di modificare le macchine in modo che rilascino una ricevuta cartacea dopo il voto. ''E' troppo tardi'', replica il governo della Florida, guidato dal fratello del presidente, Jeb Bush. I democratici hanno scatenato un esercito di 46 mila volontari in tutto lo stato per cercare di portare piu' gente possibile a votare e per aiutare gli anziani a non sbagliare. Ma il partito di Kerry vede ostacoli un po' dovunque sul cammino ed e' ossessionato dalla possibilita' che qualcosa possa andare di nuovo storto. L'ultima grana riguarda il voto per corrispondenza: sulle istruzioni inviate agli elettori si spiega che e' necessario rispedirlo indietro con un'affrancatura da 60 centesimi, ma e' saltato fuori che invece le Poste richiedono francobolli per 83 centesimi. (ANSA).

Wednesday, October 13, 2004

ARIZONA, IL PESO DELL'IRAQ NELLA TERRA DEGLI EROI

Per un ragazzo cresciuto nell' Arizona rurale come Carson Ramsey c'erano tre possibili sbocchi dopo le scuole superiori: lavorare nelle miniere di rame, carcare il modo di pagarsi il college o entrare nell'Esercito per vedere un po' di mondo, come tanti amici e parenti prima di lui. Carson ha scelto l'ultima e domenica scorsa e' morto in una sparatoria ad est di Baghdad, diventando la 34ma vittima che l'Arizona, terra di soldati e di eroi, ha visto cadere dall'inizio della guerra in Iraq. Il dibattito del West, il terzo e ultimo della serie tra George W.Bush e John Kerry, ha avuto per scenario uno stato che mostra i segni del sacrificio che la Casa Bianca ha chiesto alle famiglie americane in questi anni, prima in Afghanistan e poi in Iraq. Dall'Arizona era partito Pat Tillman, il campione di football che dopo l'11 settembre 2001 aveva deciso di rinunciare a un ingaggio milionario per indossare da volontario la divisa delle forze speciali: lo scorso aprile e' morto durante una operazione sui monti afghani contro Al Qaida e il suo nome e' diventato una leggenda tra i teen-ager locali. Era una figlia dell'Arizona anche Lori Piestewa, l'indiana d'America che mori' il 23 marzo 2003 a Nassiriya, nell'agguato nel quale fu catturata la soldatessa Jessica Lynch, poi protagonista di un salvataggio assai pubblicizzato dal Pentagono. Il peso di una guerra che spacca l'America e il mondo si fa sentire anche nello stato del Grand Canyon e delle riserve di Apache e Navajo. L'Arizona e' da tempo indicata sulle mappe elettorali come territorio 'rosso', cioe' saldamente in mano ai repubblicani di Bush (gli stati democratici per tradizione sono colorati di blu). Kerry ha rallentato fin quasi a interrompere gli sforzi di conquistare questa fetta del West, dove pure l'idolo di casa e' un suo amico di vecchia data, il senatore repubblicano John McCain, veterano del Vietnam ed eroe di guerra come il candidato alla Casa Bianca. McCain si e' ormai dedicato senza indugi alla rielezione del compagno di partito Bush e Kerry ha pensato bene di restare in Arizona giusto il tempo del dibattito a Tempe, per poi puntare sul piu' appetibile Nevada. Ma i sondaggi locali mostrano il segno del disagio per l' elenco dei morti che si allunga. L'Arizona Republic, il principale quotidiano dello stato, ha proclamato oggi che la partita tra Bush e Kerry potrebbe riaprirsi, perche' in Arizona il vantaggio del presidente e' ridotto a cinque punti, una percentuale quasi annullata dal margine d'errore dei sondaggi. Patriottismo sincero e malumore si mescolano a sud di Phoenix, nei deserti attraversati dai fiumi Gila e San Pedro, nei minuscoli villaggi in mezzo ai cactus da dove provenivano la meta' dei caduti dell'Arizona, nonostante i residenti nelle aree rurali dello stato siano solo il 12% della popolazione complessiva. I sentimenti delle famiglie dell'Arizona - come di quelle di buona parte dell'America 'profonda' - sono quelli che si respirano nel giorno del dibattito a Winkelman, 443 abitanti, dove una famiglia su quattro ha un reddito annuo inferiore ai 10 mila dollari. Da qui era partito per l'Iraq il soldato Ramsey, 22 anni, il cui volto da bravo ragazzo con i capelli corti e gli occhiali sorride ancora dalla bacheca del General Kearny Inn, l'unico ristorante-albergo della zona, che ha raccolto messaggi e foto dei 40 ragazzi dell'area che si trovano a combattere in Iraq. ''Questa comunita' e' molto patriottica, volevamo esprimere loro la nostra gratitudine'', spiega Debra Sommers, la proprietaria del locale. Con i lavori in miniera che diminuiscono e le rate del college che salgono, molti ragazzi del deserto come Carson scelgono la vita in divisa, per gusto dell'avventura ma anche per imparare un lavoro, ottenere i benefici dei veterani e potersi in seguito pagare un'educazione. Il soldato Ramsey contava di lasciare l'Esercito il prossimo febbraio, lo aveva raccontato agli amici nei mesi scorsi, durante una visita a casa. ''Quando e' ripartito per tornare in Iraq - ha raccontato il padre Cecil all'Arizona Republic - gli ho chiesto: 'Non sei preoccupato?'. Mi ha risposto di no, 'e' il mio lavoro', ha detto. Aveva risparmiato i soldi per comprarsi una Harley Davidson non appena tornava dal fronte''. ''Gli era sempre piaciuta l'idea di una carriera militare e per noi che viviamo qui l'Esercito e' la miglior opportunita' per andare da qualche parte'', dice Christalee Jurado, che era una sua compagna alle superiori e che a sua volta aveva pensato di indossare la divisa. Poi invece ha avuto un bambino ed e' rimasta, creando una famiglia nel deserto tra i cactus e le splendide montagne di pietra rossa all'orizzonte, dove ora in tanti, come lei, si chiedono quante altre bare di amici dovranno tornare dall'Iraq prima che sia finita.