Coca-Pepsi, spy story tra le bollicine
La tentazione deve esserci stata. Dopo una guerra delle bollicine che va avanti dalla fine dell'Ottocento, la Pepsi nei giorni scorsi si e' trovata tra le mani i segreti su una nuova bibita dalla rivale di sempre, Coca- Cola. In cambio di un milione e mezzo di dollari, la Pepsi poteva ottenere informazioni che valgono miliardi, ma ha scelto il fairplay: ha avvertito i vertici della 'Coke', che a loro volta hanno fatto intervenire l'Fbi.
Tre persone, tra le quali l'assistente di un top manager di Coca-Cola, sono finite in manette ad Atlanta, dopo che un agente sotto copertura dell'Fbi ha finto di stare al gioco e ha filmato e registrato i tentativi del terzetto di diventare ricchi con i segreti del produttore della bevanda piu' famosa del mondo. Un epilogo da spy-story estiva, con gli spioni che consegnano documenti riservati dentro una borsa di Armani e l'agente del Bureau che paga in contanti, con banconote nascoste in una scatola di biscotti fatti dalle Girl Scouts.
Il lieto fine ha visto i 'cattivi' finire in cella e i manager dei due colossi scambiarsi complimenti. Coca-Cola ha ringraziato Pepsi per il proprio comportamento e per aver messo in guardia i rivali. I vertici della Pepsi, da parte loro, hanno diffuso un comunicato spiegando di aver agito ''come farebbe qualunque azienda responsabile: la competizione puo' essere intensa, ma deve anche essere corretta e legale''.
Tutto e' cominciato quando Joya Williams, 41 anni, una 'executive administrative assistant' nel quartier generale di Coca-Cola ad Atlanta ha pensato di poter far soldi, in modo illegale, sfruttando il proprio accesso ai fascicoli riservati e alle stanze dove l'azienda discute i propri nuovi prodotti. Per tentare il colpo, la Williams si e' fatta aiutare da due amici, Ibrahim Dimson e Edmund Duhaney. Usando il soprannome 'Dirk', Dimson secondo l'accusa il 19 maggio ha inviato una lettera alla Pepsi su carta intestata con il logo Coca-Cola, offrendo i segreti della casa di Atlanta.
I vertici delle due aziende si sono scambiati informazioni sullo spionaggio industriale in corso ed e' stato chiesto l' intervento dell'Fbi. A un agente sotto copertura, Dimson ha consegnato un primo involucro con 14 pagine marcate 'Classified - Confidential' che documentavano una nuova bevanda pronta ad essere lanciata sul mercato. 'Dirk' ha ricevuto 10.000 dollari per quella prima consegna e altre migliaia di dollari in successivi incontri con l'agente dell'Fbi.
Gli investigatori hanno voluto attendere prima di intervenire, per risalire alla talpa che forniva il materiale a Dimson. Nel frattempo, 'Dirk' inviava email alla propria controparte - l'agente dell'Fbi che fingeva di essere un manager della Pepsi - vantandosi di potergli far avere ''prodotti e idee di marketing e di packaging che sono state viste al massimo solo dai 5 dirigenti di piu' alto livello'' di Coca-Cola.
Piazzando telecamere nel quartier generale della societa' di Atlanta, l'Fbi ha individuato nella Williams la spia e l'ha filmata mentre prelevava documenti e prodotti, compresa una innovativa bottiglia con un'etichetta bianca che conterra' una bevanda che Coca-Cola si appresta a lanciare sul mercato. Joya Williams era l'assistente di Javier Sanchez-Lamelaz, direttore globale del marchio 'Coke' e responsabile per lo sviluppo di nuovi prodotti su scala planetaria.
Dimson ha consegnato i documenti e la bottiglia di vetro, in una borsa di Armani, all'uomo dell'Fbi nel corso di un incontro il 16 giugno all'aeroporto di Atlanta: le telecamere degli investigatori del Bureau hanno ripreso tutto. I tre spioni erano pronti al colpo finale. Il 4 luglio si aspettavano di ricevere un milione e mezzo di dollari per l'ultima consegna di documenti con i segreti della 'Coke', ma a quel punto l'Fbi aveva indizi sufficienti su di loro e sono scattati gli arresti.
L'amministratore delegato di Coca-Cola, Neville Isdell, in un messaggio ai dipendenti ha garantito loro che i segreti aziendali non sono stati compromessi e ha promesso ''una profonda revisione dei nostri meccanismi di protezione delle informazioni e delle procedure, per assicurare che continueremo a salvaguardare il nostro capitale intellettuale''.
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