SPIRIT OF AMERICA

America is a land of wonders, in which everything is in constant motion and every change seems an improvement ----------------------- ALEXIS DE TOCQUEVILLE

Tuesday, April 25, 2006

Ciao, Richie...

Nelle prime ore di domenica scorsa, nel carcere di Florence in Arizona, e' morto il mio amico Richard Rossi. Richie aveva 59 anni, gli ultimi 22 dei quali trascorsi nel braccio della morte, in attesa di venir ucciso da un'iniezione letale. A modo suo, Richie ha fregato i suoi carcerieri: una malattia gli ha permesso di evitare di venir fatto fuori su un lettino, con gli aghi infilati nelle vene e il pubblico che osserva. Lo stato dell'Arizona, pero', e' riuscito comunque a mantenere la propria promessa che Rossi non sarebbe uscito dal carcere, se non chiuso in una cassa di zinco. Richie era nato a Brooklyn da genitori italiani e aveva una grande curiosità per l'Italia, che sognava prima o poi di vedere. Era un ottimo scrittore e poeta e solo un paio di mesi fa era riuscito a veder pubblicare un suo libro, La mia vita nel braccio della morte (Tea Libri), nel quale racconta l'esperienza della pena capitale nei minimi dettagli, svelando una realtà di fronte alla quale è impossibile restare indifferenti. (La mia introduzione al libro e' disponibile qui). Un volume che ora diventa il suo testamento. L'unico invito che posso fare e' quello di leggerlo. Ne vale la pena. www.marcobardazzi.com

Monday, April 24, 2006

Akeelah e il caffe', Starbucks si lancia sul cinema

Dopo aver decretato il successo di un gran numero di Cd musicali, Starbucks si lancia sul cinema, mettendo in piedi per la prima volta un lancio in grande stile per un film. Negli 8.300 punti vendita della piu' celebre catena Usa del caffe', da giorni le massicce dosi quotidiane di caffeina ingurgitate dagli americani sono accompagnate dalla pubblicita' di Akeelah and the Bee, un film in uscita venerdi' prossimo. Starbucks vende negli Stati Uniti 4 milioni di bevande al caffe' al giorno e da tempo si e' inserito nel settore della musica: i Cd venduti nelle caffetterie (da Norah Jones a vecchie glorie del jazz, passando anche per l'italiano Zucchero), inevitabilmente finiscono in cima alla top ten degli album di successo, grazie all'enorme giro d'affari della catena del caffe'. ''I film erano il nostro passo logico successivo'', ha detto Kenneth Lombard, che guida la sezione entertainment di Starbucks. Per il debutto nell'ambiente cinematografico, il colosso di Seattle ha scelto di promuovere un film che racconta le avventure di una precoce studentessa di 11 anni, Akeelah, che supera il trauma dell'omicidio di suo padre diventando una campionessa del National Spelling Bee, la tradizionale competizione che vede gli studenti di tutte le scuole americane impegnati a sfidarsi nel fare lo 'spelling' di parole difficili. Le tazze di cartone delle bevande servite negli Starbucks in tutto il paese sono da giorni piene di pubblicita' del film e accompagnate da giochi di parole che richiamano il tema di 'Akeelah'. Hollywood segue con grande attenzione l'esperimento, per vedere se l'effetto Starbucks si fara' sentire anche nelle sale cinematografiche, come gia' e' accaduto per la vendita dei Cd.

Wednesday, April 12, 2006

Volo United 93, voci dall'orrore (in attesa del film)

. (LEGGI LA TRASCRIZIONE ORIGINALE IN .PDF) ''Non voglio morire!''. ''Allah e' il piu' grande''. Grida di orrore e grida di fanatismo islamico riempiono per mezz'ora l'aula della Corte federale di Alexandria, in Virginia, lasciando impietriti i 12 giudici popolari che i pm del processo a Zacarias Moussaoui hanno messo dentro una sorta di simulatore di volo, per far rivevere loro gli ultimi minuti del volo United 93. Come in una sorta di tragico 'trailer' per il discusso film sul volo 93 che esce negli Usa il 28 aprile, alla giuria che deve decidere sulla condanna a morte dell'unico imputato per l'attacco dell'11 settembre 2001 e' stata data la possibilita' di ascoltare la versione reale di cio' che avvenne quella mattina sui cieli della Pennsylvania. La diffusione per la prima volta della registrazione dei dialoghi nella cabina di pilotaggio del volo, e' stata l'ultima mossa dei procuratori federali nel processo al francese di origine marocchina, reo confesso di essere un membro di Al Qaida mandato negli Usa ad eseguire un dirottamento aereo. I pm ritengono di aver provato che Moussaoui merita la morte, per aver taciuto cio' che sapeva sul piano di un attacco costato la morte a circa 3.000 persone. Le ultime speranze della difesa, prima della camera di consiglio della giuria, sono affidate alla possibilita' di far passare Moussaoui come un malato di mente e ottenere per lui l'ergastolo, invece di un'iniezione letale. Nell'aula di Alexandria giurati, giornalisti e pubblico (tra i quali molti familiari delle vittime), hanno ascoltato la registrazione recuperata nella 'scatola nera' del volo 93, precipitato in un campo nei pressi di Shanksville, in Pennsylvania. Secondo lo stratega dell'attacco dell'11 settembre, Khalid Sheikh Mohammed, l'aereo era destinato a colpire il Capitol a Washington. Un progetto fallito forse per errori commessi dai dirottatori, ma anche per la rivolta dei passeggeri a bordo: negli ultimi cinque minuti della registrazione si sente il tumulto provocato dai loro tentativi di entrare in cabina e l'esortazione di uno di loro a sopraffare i dirottatori perche' ''altrimenti moriremo tutti''. Il giudice Leonie Brinkema ha deciso di lasciar ascoltare l'audio solo ai presenti in aula, mentre all'esterno e' stata diffusa solo la trascrizione dei dialoghi, perche' alcuni familiari delle vittime si sono opposti a far avere le registrazioni ai network Tv. Gli americani pero' tra breve potranno rivivere quei lunghi minuti finali al cinema, in un film che li ricostruisce nei minimi dettagli ed e' stato approvato anche dalle famiglie. 'United 93' debuttera' in prima mondiale il 25 aprile al Tribeca Film Festival, la manifestazione organizzata da Robert De Niro nel quartiere vicino al World Trade Center. Il 28 sara' nelle sale di tutti gli Usa, dove ha gia' provocato qualche polemica. Il 'trailer' del film e' stato ritirato da alcune sale cinematografiche, soprattutto a New York: spettatori abituati a non battere ciglio di fronte alle presentazioni di film horror o ricostruzioni di massacri bellici, si sono detti invece sconvolti per aver visto d'improvviso sul grande schermo le immagini dell'11 settembre. Scossi sono apparsi anche coloro che ad Alexandria hanno ascoltato la registrazione. I pm hanno accompagnato la riproduzione audio con immagini su alcuni schermi che mostravano la posizione del volo 93 nei momenti in cui avvenivano i colloqui registrati a bordo (altitudine, velocita', rotta), dando ai presenti l'impressione di trovarsi in una sorta di simulatore di volo. L'unico che, come sempre, e' apparso quasi annoiato da tutto cio' e' stato Moussaoui, che al termine dell'udienza ha esclamato ''Dio vi maledica tutti!'' (anche questa e' diventata una sua sorta di abitudine). L'imputato avra' di nuovo la parola, nei prossimi giorni, prima della camera di consiglio finale. La registrazione presentata in aula dura 31 minuti e comincia alle 9:31 dell'11 settembre, quando i quattro dirottatori arabi hanno gia' lasciato i loro posti in prima classe (1B, 3C, 3D e 6B) e preso il controllo dell'aereo. Una voce che viene ritenuta quella di Ziad Jarrah, un terrorista che aveva preso lezioni di pilotaggio, avverte i passeggeri: ''Signore e signori questo e' il comandante, abbiamo una bomba a bordo quindi state seduti''. Piu' volte, nei minuti successivi, si sentono ordini in inglese: ''Non muovetevi'', ''Seduti'', ''State giu', state giu'''. Nel frattempo, pero', i passeggeri hanno fatto varie telefonate a terra e hanno saputo che due aerei dirottati hanno colpito le Torri Gemelle. Resisi conto che sono destinati a morire, per telefono comunicano a terra la loro decisione di tentare il tutto per tutto. Poco dopo si sentono le voci sempre piu' frenetiche in cabina di pilotaggio, un po' in arabo e un po' in inglese: ''Vogliono entrare. Teneteli fuori''. In apparenza salta il pilota automatico, forse per un errore dei dirottatori, e si sentono sirene d'allarme. Emerge la voce forse di un membro dell'equipaggio: ''Non fatemi del male, mio Dio''. Poi qualcuno ripete tre volte, ''Non voglio morire''. Alle 10 una voce esclama: ''Sono ferito''. Alle 10:02 un dirottatore urla, ''Dammelo, dammelo!''. Un minuto dopo qualcuno ripete piu' volte ''Allah e' il piu' grande, Allah e' il piu' grande''. Poi il silenzio. WWW.MARCOBARDAZZI.COM

Monday, April 10, 2006

Tampa, viaggio nella base dell' 'Onu del Pentagono'

TAMPA (FLORIDA) - Iraq e Afghanistan restano al centro dell'attenzione, non c'e' dubbio. Ma a Tampa, nella base in Florida da cui il Pentagono controlla la parte piu' turbolenta del mondo, si guarda gia' oltre, ai prossimi passi di quella che viene chiamata la 'Lunga Guerra' al terrorismo. E per le decine di Paesi - Italia compresa - che dal 2001 fanno parte di una sorta di Onu militare creata dagli Usa sul Golfo del Messico, si avvicina il momento di scelte delicate. Gli strateghi del Pentagono hanno imboccato ormai con decisione una nuova dottrina, in buona parte elaborata proprio nelle salette del Centcom, il comando militare americano che dalla base aerea MacDill di Tampa gestisce la presenza delle truppe Usa in 27 paesi dal Corno d'Africa all'Asia Centrale, passando per il Medio Oriente. ''Se anche le operazioni in Iraq e Afghanistan finissero domani - spiega il generale Mark Kimmitt, uno dei piu' ascoltati strateghi del Centcom -, noi continueremmo ad essere impegnati, forse per 20 anni, nella Lunga Guerra ad Al Qaida e ai suoi associati''. Dalla teoria, il concetto della guerra decennale al terrorismo sta per trasformarsi in pratica, con enormi conseguenze per la riorganizzazione della macchina bellica americana. ''Il ministro della Difesa Donald Rumsfeld - afferma un altro alto ufficiale del Centcom, che chiede l'anonimato - potrebbe prendere decisioni in questo senso entro pochi mesi''. Gli effetti si faranno sentire anche sui partner della coalizione antiterrorismo creata dopo l'11 settembre per l'operazione 'Enduring Freedom', legata all'attacco all' Afghanistan. Ancora oggi, ufficiali di 63 Paesi sono al lavoro a Tampa in un villaggio internazionale dentro la base. I grandi prefabbricati sopra i quali sventola la bandiera di ogni paese, presto potrebbero venir sostituiti con strutture permanenti, di pari passo con un nuovo ruolo che e' allo studio nella base guidata dal generale John Abizaid. ''Stiamo discutendo - spiega l'alto ufficiale del Centcom - come mantenere questa coalizione e farla diventare parte non solo della guerra al terrorismo nell'area del Centcom, ma su tutto lo scenario globale''. Un passaggio delicato, che deve tener conto dei mandati politici dei governi dei vari paesi. Ma sono molti i segnali di una trasformazione in corso della base MacDill in una sorta di centro internazionale per la lotta al terrorismo jihadista globale. Dopo anni di lavoro comune, i partner stranieri presenti a Tampa vengono sempre piu' ascoltati dai comandanti americani e coinvolti maggiormente nelle operazioni. Circolano gia' i primi progetti che parlano della possibilita' di avere ufficiali stranieri 'embedded' dentro il comando Usa, a pieno titolo e non piu' solo come rappresentanti militari dei loro paesi. Girando nella base baciata dal sole della baia di Tampa, e' possibile imbattersi in strutture come il 'Combined Planning Group' (Cpg) che sono gia' un passo oltre la realta' della coalizione antiterrorismo. Il Cpg e' una sorta di think tank militare di cui fanno parte militari di 20 paesi (c'e' anche un colonnello italiano), che rispondono al generale Abizaid, sono parte integrale dello staff del Centcom ed elaborano strategie che le forze Usa poi impiegano direttamente 'sul campo'. ''Siamo tra l'altro al lavoro - spiega un colonnello tedesco che e' tra i responsabili del Cpg - su uno studio che tenti di offrire lo scenario della lotta al terrorismo nell'anno 2016. Stiamo ovviamente discutendo, in modo informale, su come trasformare la nostra presenza qui nell'ottica della Lunga Guerra''. ''Ma ancora da parte degli Usa non c'e' stata una proposta precisa'', aggiunge un collega danese (entrambi gli ufficiali hanno chiesto di non essere identificati). Restano ostacoli da superare sulla condivisione con gli stranieri di informazioni e materiale d'intelligence, su cui gli Usa sono rigidi. In una base dove girano generali pachistani, turchi, azeri, ucraini e di una miriade di altri paesi, non e' un problema da poco. Non ha certo aiutato la diffusione, giorni fa, di un rapporto della Difesa Usa dal quale emergeva che durante l'attacco a Saddam Hussein nel 2003, i russi avrebbero fatto arrivare informazioni militari al regime di Baghdad ottenendole proprio da fonti dentro il Centcom. In attesa di definire i nuovi compiti, i generali di Tampa stanno preparando per il Pentagono un ritratto sempre piu' preciso del nemico, accompagnato dalla strategia su come combatterlo per i decenni a venire. ''Il nostro avversario - spiega il generale Kimmitt, diventato uno dei pianificatori a Tampa dopo essere stato a lungo il volto militare pubblico degli Usa a Baghdad - non e' limitato a bin Laden, Zawahri e Zarqawi seduti in una caverna. E' ormai un movimento mondiale di cui i leader sono solo icone. Per sconfiggerlo serviranno anni e occorrera' sviluppare (come gia' stiamo facendo) un network che si contrapponga al loro network. Dobbiamo salire di livello, con un'attivita' coordinata sui piani militare, diplomatico e finanziario. Non e' solo una questione militare, e' chiaro che non possiamo sparare cannonate a Internet, dove avvengono gran parte delle loro comunicazioni''. Decisivo per gli Usa, spiega Kimmitt, e' aiutare i paesi minacciati dall'estremismo islamico ad ''aiutarsi da soli'', con l'addestramento e il supporto da parte della coalizione, e impedire che si creino rifugi per i terroristi: ''Per questo siamo impegnati a controllare, per esempio, il Corno d'Africa, perche' non diventi un'area ospitale per i terroristi come anni fa lo era l'Afghanistan''.

Monday, April 03, 2006

L'America scopre al cinema la crisi degli uomini demotivati

Non c'entra l'etnia, non c'entrano i soldi. Sono ricchi o poveri, bianchi o neri, residenti in citta' o mezzo alle campagne. A unirli e' il fatto di non avere ambizioni, se non quelle di ciondolare sulla soglia dei trent'anni ancora nella casa dei genitori, lavorare poco, stare con gli amici e fare sesso (ma senza creare legami). L'America scopre in questi giorni in modo insolito, al cinema, un fenomeno in crescita: l'uomo demotivato e fannullone. 'Failure to Launch', una commedia romantica che vede Sarah Jessica Parker provarle tutte per 'motivare' un Matthew McConaughey bello e insipido, non ha solo centrato l'obiettivo di far soldi al botteghino (64 milioni di dollari nelle prime tre settimane, dopo un debutto al primo posto nella classifica Usa). A quanto pare il film ha toccato un nervo scoperto, facendo emergere una realta' di cui l'America non ha ancora preso pienamente coscienza, che ricorda un po' i 'mammoni' all'italiana. Secondo il Census Bureau, un terzo dei maschi tra i 22 e i 34 anni negli Usa vivono ancora a casa con i genitori. Una cifra che rappresenta quasi un aumento del 100% negli ultimi 20 anni, un periodo in cui invece le giovani donne hanno sempre piu' avviato carriere di successo. La commedia hollywoodiana che conquista gli americani in questi giorni, mostra un McConaughey nei panni di un giovane intelligente e simpatico, un bravo ragazzo che non si mette nei guai, non fuma e non beve, ma e' totalmente privo di qualsiasi motivazione nella vita. Intorno a lui ci sono amici che a loro volta continuano a vivere a casa con mamma e papa'. Dopo aver fatto il college, invece di puntare a carriere ambiziose si accontentano di lavoretti part-time in copisteria o nelle caffetterie di Starbucks. I genitori del 'bello e noioso' decidono di provare a sbloccare la situazione assumendo una consulente motivazionale, la Parker, per cercare di cacciarlo di casa attraverso una (finta) relazione sentimentale. Nella vita reale, il ruolo della Parker puo' non essere molto diverso da quello di Judy Kleinfeld, una professoressa dell'Universita' dell'Alaska che da anni studia i comportamenti dei giovani maschi americani ed e' sempre piu' stupita dalla loro assenza di grinta e di obiettivi da raggiungere. ''Le ragazze hanno una direzione dove andare, i ragazzi sembrano sperduti'', ha detto la Kleinfeld, sintetizzando i suoi studi. Un suo collega, il consulente familiare Leonard Sax, ha scritto un articolo sul Washington Post, prendendo spunto dal film, per lanciare un allarme: ''Che cosa sta accadendo ai nostri ragazzi?''. Secondo Sax, e' come se per una larga fetta della popolazione maschile americana il motore che guida le scelte ''si fosse bloccato in folle''. Sax e' anche noto negli Usa per un libro, 'Why gender matters', nel quale spiega perche' maschi e femmine a scuola beneficiano da un'istruzione separata e da classi divise per sesso, per la diversita' di approccio e di capacita' di apprendimento che hanno. La Kleinfeld, Sax e un gruppo di esperti hanno lanciato un programma di studio, The Boys Project (http://www.boysproject.net/), che punta ad aiutare giovani maschi a sviluppare le loro capacita' e raggiungere il potenziale che hanno. Un'idea che segue il successo, nei decenni passati, del Girls Project, che ha aiutato ad aumentare il successo al college delle ragazze e soprattutto le ha spinte ad avere obiettivi precisi nella vita. In assenza di una Sarah Jessica Parker che intervenga per smuoverli dagli ozi domestici, il programma punta quantomeno ad educare scuole e famiglie su come spingere i ragazzi a prendere il largo. www.marcobardazzi.com