Tampa, viaggio nella base dell' 'Onu del Pentagono'
TAMPA (FLORIDA) - Iraq e Afghanistan restano al centro dell'attenzione, non c'e' dubbio. Ma a Tampa, nella base in Florida da cui il Pentagono controlla la parte piu' turbolenta del mondo, si guarda gia' oltre, ai prossimi passi di quella che viene chiamata la 'Lunga Guerra' al terrorismo. E per le decine di Paesi - Italia compresa - che dal 2001 fanno parte di una sorta di Onu militare creata dagli Usa sul Golfo del Messico, si avvicina il momento di scelte delicate.
Gli strateghi del Pentagono hanno imboccato ormai con decisione una nuova dottrina, in buona parte elaborata proprio nelle salette del Centcom, il comando militare americano che dalla base aerea MacDill di Tampa gestisce la presenza delle truppe Usa in 27 paesi dal Corno d'Africa all'Asia Centrale, passando per il Medio Oriente. ''Se anche le operazioni in Iraq e Afghanistan finissero domani - spiega il generale Mark Kimmitt, uno dei piu' ascoltati strateghi del Centcom -, noi continueremmo ad essere impegnati, forse per 20 anni, nella Lunga Guerra ad Al Qaida e ai suoi associati''.
Dalla teoria, il concetto della guerra decennale al terrorismo sta per trasformarsi in pratica, con enormi conseguenze per la riorganizzazione della macchina bellica americana. ''Il ministro della Difesa Donald Rumsfeld - afferma un altro alto ufficiale del Centcom, che chiede l'anonimato - potrebbe prendere decisioni in questo senso entro pochi mesi''.
Gli effetti si faranno sentire anche sui partner della coalizione antiterrorismo creata dopo l'11 settembre per l'operazione 'Enduring Freedom', legata all'attacco all' Afghanistan. Ancora oggi, ufficiali di 63 Paesi sono al lavoro a Tampa in un villaggio internazionale dentro la base. I grandi prefabbricati sopra i quali sventola la bandiera di ogni paese, presto potrebbero venir sostituiti con strutture permanenti, di pari passo con un nuovo ruolo che e' allo studio nella base guidata dal generale John Abizaid.
''Stiamo discutendo - spiega l'alto ufficiale del Centcom - come mantenere questa coalizione e farla diventare parte non solo della guerra al terrorismo nell'area del Centcom, ma su tutto lo scenario globale''. Un passaggio delicato, che deve tener conto dei mandati politici dei governi dei vari paesi. Ma sono molti i segnali di una trasformazione in corso della base MacDill in una sorta di centro internazionale per la lotta al terrorismo jihadista globale.
Dopo anni di lavoro comune, i partner stranieri presenti a Tampa vengono sempre piu' ascoltati dai comandanti americani e coinvolti maggiormente nelle operazioni. Circolano gia' i primi progetti che parlano della possibilita' di avere ufficiali stranieri 'embedded' dentro il comando Usa, a pieno titolo e non piu' solo come rappresentanti militari dei loro paesi. Girando nella base baciata dal sole della baia di Tampa, e' possibile imbattersi in strutture come il 'Combined Planning Group' (Cpg) che sono gia' un passo oltre la realta' della coalizione antiterrorismo.
Il Cpg e' una sorta di think tank militare di cui fanno parte militari di 20 paesi (c'e' anche un colonnello italiano), che rispondono al generale Abizaid, sono parte integrale dello staff del Centcom ed elaborano strategie che le forze Usa poi impiegano direttamente 'sul campo'. ''Siamo tra l'altro al lavoro - spiega un colonnello tedesco che e' tra i responsabili del Cpg - su uno studio che tenti di offrire lo scenario della lotta al terrorismo nell'anno 2016. Stiamo ovviamente discutendo, in modo informale, su come trasformare la nostra presenza qui nell'ottica della Lunga Guerra''. ''Ma ancora da parte degli Usa non c'e' stata una proposta precisa'', aggiunge un collega danese (entrambi gli ufficiali hanno chiesto di non essere identificati).
Restano ostacoli da superare sulla condivisione con gli stranieri di informazioni e materiale d'intelligence, su cui gli Usa sono rigidi. In una base dove girano generali pachistani, turchi, azeri, ucraini e di una miriade di altri paesi, non e' un problema da poco. Non ha certo aiutato la diffusione, giorni fa, di un rapporto della Difesa Usa dal quale emergeva che durante l'attacco a Saddam Hussein nel 2003, i russi avrebbero fatto arrivare informazioni militari al regime di Baghdad ottenendole proprio da fonti dentro il Centcom.
In attesa di definire i nuovi compiti, i generali di Tampa stanno preparando per il Pentagono un ritratto sempre piu' preciso del nemico, accompagnato dalla strategia su come combatterlo per i decenni a venire. ''Il nostro avversario - spiega il generale Kimmitt, diventato uno dei pianificatori a Tampa dopo essere stato a lungo il volto militare pubblico degli Usa a Baghdad - non e' limitato a bin Laden, Zawahri e Zarqawi seduti in una caverna. E' ormai un movimento mondiale di cui i leader sono solo icone. Per sconfiggerlo serviranno anni e occorrera' sviluppare (come gia' stiamo facendo) un network che si contrapponga al loro network. Dobbiamo salire di livello, con un'attivita' coordinata sui piani militare, diplomatico e finanziario. Non e' solo una questione militare, e' chiaro che non possiamo sparare cannonate a Internet, dove avvengono gran parte delle loro comunicazioni''.
Decisivo per gli Usa, spiega Kimmitt, e' aiutare i paesi minacciati dall'estremismo islamico ad ''aiutarsi da soli'', con l'addestramento e il supporto da parte della coalizione, e impedire che si creino rifugi per i terroristi: ''Per questo siamo impegnati a controllare, per esempio, il Corno d'Africa, perche' non diventi un'area ospitale per i terroristi come anni fa lo era l'Afghanistan''.
1 Comments:
At 4/11/2006 03:34:00 PM, Anonymous said…
ma siamo proprio sicuri che il "terrorismo" si combatta solo cosi?
con guerre, bombardamenti, mandando soldati e addestrando i soldati dei dittatorelli locali? (che perĂ² essendo amici si fanno passare x democratici...)????
se magari in quei paesi invece che spendere in armi si aiutasse la popolazione... magari ci sarebbe meno gente incacchiata non trovate??
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