Le bombe dimenticate, USA ora possono annientare la Russia
Dopo mezzo secolo d'equilibrio basato sulla paura, un'intera era nucleare sembra giunta al traguardo. Mentre tutta l'attenzione del Pentagono in apparenza e' concentrata sulla guerra al terrorismo, uno studio riporta in primo piano il clima della Guerra Fredda. L'aggiornamento tecnologico negli Usa e i problemi degli arsenali atomici di Russia e Cina, avrebbero ridato per la prima volta dagli anni '50 all'America l'opzione del 'primo colpo', cioe' d'un attacco nucleare che annienti la possibilita' del nemico di reagire.
In un articolo sulla prestigiosa rivista 'Foreign Affairs', due professori universitari raccontano come, con una simulazione e analizzando le ultime mosse del Pentagono, abbiano raggiunto la conclusione che e' finito lo stallo conosciuto come 'Mutual Assured Destruction' (Mad), cioe' la consapevolezza avuta per decenni dalle due maggiori superpotenze che un attacco nucleare sarebbe stato suicida.
Per Keir Lieber (University of Notre Dame) e Daryl Press (University of Pennsylvania), la Mad ha garantito dalla fine degli anni '50 l'equilibro del terrore, ma ora il Pentagono ha accelerato proprio mentre Mosca e Pechino sono nei guai con i loro arsenali atomici. L'intera strategia militare americana, compreso il controverso programma dello Scudo Spaziale - in corso di realizzazione - secondo lo studio va riletta alla luce del fatto che il Pentagono si appresta a mettere nelle mani della Casa Bianca il potere che deriva dalla consapevolezza di essere in grado di compiere un 'first strike' (primo colpo) nucleare contro il nemico senza temere conseguenze.
Nell'ottica di Lieber e Press, lo Scudo non e' uno strumento difensivo - come sostiene l'amministrazione Bush - ma e' in realta' offensivo e ha senso solo se considerato insieme alla possibilita' del 'primo colpo'. Il lancio simultaneo di molti missili balistici da parte di un nemico potrebbe, infatti, rendere inutile lo Scudo, ma gli esperti ritengono che il suo uso sia quello di garantire l'annientamento di eventuali missili solitari che sopravvivano a un attacco Usa: la garanzia finale, insomma, del successo di un attacco nucleare americano su larga scala.
Il numero delle testate nucleari di cui dispongono Usa e Russia e' garantito dai trattati sottoscritti dai due Paesi, ma secondo Lieber e Press, l'attuale supremazia americana e' dovuta non ai numeri, quanto alla qualita' delle armi disponibili.
Dalla fine della Guerra Fredda, gli Usa hanno progressivamente migliorato il loro arsenale, a partire da quello sui sommergibili, sui quali sono stati installati i sofisticati e precisi missili Trident II D-5. Il rafforzamento della presenza della Us Navy nel Pacifico, con un gran numero di armi nucleari, secondo lo studio, offre agli Usa la possibilita' di facili lanci sulla Russia in un'area poco coperta dai radar.
La Us Air Force ha inoltre appena finito di dotare i bombardieri B-52 con missili da crociera a testata nucleare, mentre gli 'invisibili' B-2 sono in grado ora di essere armati con bombe nucleari con un piu' accurato controllo.
La Russia, nello stesso tempo, ha il 39% di bombardieri a lungo raggio in meno rispetto all'Unione Sovietica, il 58% in meno di missili intercontinentali e 80% in meno in termini di missili lanciabili da sommergibili. I sottomarini in particolare, secondo lo studio, sono allo sbando e compiono in media due missioni all'anno, rispetto alle 60 l'anno dei sommergibili sovietici fino al 1990 e alle 40 degli americani oggi. Per la maggior parte del tempo, i sommergibili restano nella basi per essere riparati e sono un bersaglio facile per un eventuale 'first strike'.
Mosca inoltre e' a corto di soldi per mantenere aggiornato il proprio network di missili nei silos e il sistema dei radar per un allerta preventivo - indispensabile per lanciare un contro attacco - e' pieno di falle. La Cina, secondo Lieber e Press, e' messa anche peggio, le sue testate sono poche, i silos sono poco protetti e i cinesi non tengono neppure i missili pronti con il carburante per il lancio (l'operazione di rifornimento richiede due ore). La ventina di siti nucleari cinesi sarebbero facile preda per un attacco Usa.
Una simulazione computerizzata eseguita da Lieber e Press, prevedendo tutte le condizioni piu' ottimiste per Russia e Cina e i peggiori scenari per gli Usa, ha mostrato come in tutte le varianti possibili l'America sia attualmente in grado di annientare l'avversario prima ancora che Mosca o Pechino possano rendersi conto di essere sotto attacco nucleare.
Quali siano le conseguenze di quello che emerge come un nuovo predominio nucleare, secondo gli studiosi e' difficile da prevedere. ''La saggezza di perseguire un primato nucleare deve essere valutata nel contesto degli obiettivi di politica estera degli Usa'', affermano gli esperti, per i quali il predominio fara' la gioia dei falchi del governo, preoccupera' le colombe e provochera' allarme nei 'gufi', coloro che temono che un errore o un incidente nucleare possano scatenare catastrofi.
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