Il Pentagono vara la 'Lunga Guerra'
La definizione ha cominciato a circolare all'inizio di gennaio, prima nelle parole dei generali, poi nei documenti ufficiali del Pentagono. Adesso e' arrivato il battesimo definitivo, affidato al discorso sullo Stato dell'Unione di George W.Bush e al piano quadriennale della Difesa di Donald Rumsfeld: gli Stati Uniti sono impegnati in quella che ora viene chiamata la Lunga Guerra.
Nei piani dei militari, la 'guerra globale al terrorismo' ha gia' lasciato il posto al nuovo titolo. ''Questa generazione sara' impegnata probabilmente per almeno i prossimi 20 anni in quella che noi ora chiamiamo la Lunga Guerra''', ha detto il generale Ray Odierno, uno dei leader degli Stati Maggiori del Pentagono. Rumsfeld ha dato il via in questi giorni a una serie di conferenze stampa ed eventi pubblici per lanciare il piano della Difesa per i prossimi quattro anni. Il titolo dei suoi discorsi e' sempre quello: 'La Lunga Guerra'.
Dietro all'etichetta, i contenuti sono quelli di una radicale trasformazione delle forze armate americane, per renderle piu' flessibili e agili, con un maggior numero di reparti delle Forze Speciali e una maggiore capacita' di reagire in fretta negli scenari della guerra 'assimetrica' al terrorismo.
La Casa Bianca mesi fa non aveva gradito il tentativo degli esperti di pubbliche relazioni del Pentagono di cambiare lo slogan della guerra al terrorismo in una piu' vaga definizione di scontro contro l'estremismo violento nel mondo. Sulla Lunga Guerra sembra invece esserci sintonia all'interno dell' amministrazione Bush, che tenta di proporre agli storici lo scenario di un confronto paragonabile, sia pure con caratteristiche diverse, alla Guerra Fredda o alle Guerre Mondiali. ''La nostra generazione - ha detto Bush nel discorso sullo Stato dell'Unione - e' impegnata in una lunga guerra contro un nemico determinato, una guerra che sara' combattuta da presidenti di entrambi i partiti, che avranno bisogno di un solido supporto bipartisan dal Congresso''.
Le modalita' con le quali gli Usa intendono affrontare questa sfida sul piano militare, sono contenute nella corposa Quadriennial Defense Review. Si tratta del primo piano quadriennale interamente concepito nel clima post-11 settembre, perche' nel 2002 il Pentagono presento' un piano per i quattro anni successivi che era frutto degli studi compiuti in gran parte prima che i terroristi di Al Qaida cambiassero il mondo, con il loro attacco a New York e Washington. Stavolta invece i generali sono stati costretti a tener conto delle lezioni imparate -spesso a caro prezzo - in Afghanistan e Iraq.
Le Forze Speciali saranno le vere protagoniste delle operazioni militari americane del futuro. Il Pentagono intende aumentarne il numero del 15%. I Berretti Verdi dell'Esercito saranno quelli maggiormente potenziati, con un'aggiunta di circa 2.000 uomini alle 5.000 unita' attualmente disponibili. I Navy Seals, un'unita' di elite che oggi conta 2.000 uomini, ricevera' altre centinaia di rinforzi.
Il comando Operazioni Speciali, che ha base a Tampa in Florida, ricevera' anche una squadra di16 droni Predator, che possono servire sia per ricognizioni in territorio nemico, sia per colpire con missili di precisione.
Rumsfeld gia' nel 2002 aveva dato il compito di guidare la lotta al terrorismo al comando di Tampa, che controlla attualmente 52.000 uomini. Gli uomini delle Forze speciali oggi sono impegnati non solo sui fronti di guerra piu' visibili, come l'Iraq o l'Afghanistan, ma anche in operazioni di addestramento o di ricognizione in luoghi come le Filippine, la Mongolia, l'Africa sahariana, la Colombia, lo Yemen.
Una delle priorita' per il futuro per il Pentagono sara' la possibilita' di dispiegare in tempi rapidissimi in tutto ilmondo le proprie unita' operative. Ecco cosi' che nel piano quadriennale predisposto per affrontare la Lunga Guerra viene dato ampio spazio al concetto di 'portata globale', cioe' alla capacita' di colpire velocemente nemici in qualsiasi parte del pianeta. L'Air Force intende sviluppare entro il 2018 un nuovo bombardiere a lungo raggio e conta di avere nel futuro prossimo una flotta composta per il 35% da velivoli senza pilota controllati a distanza e via satellite.
Uno scenario a cui il Pentagono dedica particolare attenzionee' quello dell'Oceano Pacifico. Stando alle anticipazioni, gli Usa si preparano a incrementare la propria presenza navale nell'area. La US Navy intende avere in futuro sei delle proprie 12 portaerei di stanza in modo permanente nel Pacifico insieme al 60% di tutti i sommergibili. Il piano non indica per nome quali siano i paesi che gli Stati Uniti intendono tenere d'occhio, ma gli analisti militari ritengono che l'attenzione sia in primo luogo per la Corea del Nord e subito dopo per la Cina, sulla cui crescita militare il Pentagono continua a far circolare rapporti allarmati.
1 Comments:
At 4/07/2006 03:55:00 AM, Anonymous said…
Mah.......
secondo me se si spendessero un po meno soldi in armamenti e piu in aiuti e sviluppo ai paesi poveri ci sarebbe meno pericoli di terrorismo....
ma lo sapete che con il costo di un bombardiere invisibile B2 ci sfameremmo tutti i bambini dell'africa x un anno????
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