SPIRIT OF AMERICA

America is a land of wonders, in which everything is in constant motion and every change seems an improvement ----------------------- ALEXIS DE TOCQUEVILLE

Friday, June 24, 2005

Emilia e John, e' italiana in America storia d'amore piu' lunga del mondo

La prima cosa che di Emilia colpi' John, all'epoca un garzone di lavanderia diciannovenne nell'America del 1922, furono le gambe. ''Aveva una camicetta bianca, una gonna e blu e quelle gambe...wow!'', ricorda John, che a 101 suonati conserva un ricordo nitido del giorno che cambio' la sua vita. Fu l'inizio di una storia d'amore destinata decenni dopo a entrare nel Guinness dei Primati: dopo 82 anni di matrimonio, John Rocchio ed Emilia Antonelli sono ora ritenuti i coniugi piu' longevi del mondo. Figli di immigrati italiani, i due centenari vivono da sempre a Providence, nel Rhode Island, una citta' dove la comunita' italiana e' sempre stata numerosa. La loro storia e' finita sui giornali locali, poi su quelli nazionali, dopo che una delle due figlie dei Rocchio ha visto settimane fa in tv un servizio su un marito e moglie britannici ritenuti da record, perche' sposati da 80 anni. ''Mia sorella ha telefonato a una radio privata qui nel Rhode Island - racconta all'Ansa Ella Sarra, 81 anni, figlia dei Rocchio - e ha detto: 'I miei genitori sono sposati da piu' tempo, potete far loro gli auguri radiofonici?'. Da allora i giornalisti non fanno che cercarci''. L'uomo della coppia britannica nel frattempo e' morto e sono emersi altri due matrimoni da Guinness: una coppia dell'Iowa sposata da 81 anni e i Rocchio. John ed Emilia sono ''innamorati oggi come lo erano 82 anni fa'', dice Ella. ''I loro genitori - racconta - venivano da paesini tra Roma e Napoli, ma non mi ricordo i nomi. Non abbiamo piu' parenti da quelle parti. Io ho parenti a Roma, ma sono quelli di mio marito Frank''. John ha raccontato al Boston Globe il colpo di fulmine della prima volta che vide la diciassettenne Emilia, che lo spinse a lanciarsi in un corteggiamento spietato. Attraverso amici comuni nel quartiere, le fece sapere del suo interessamento, ma Emilia gli mando' a dire che non era interessata a un garzone di lavanderia. Solo quando John la informo' che stava studiando per diventare tipografo, la ragazza accetto' di uscire con lui. L'amore tra i due fu altrettanto fulmineo e il 10 febbraio 1923 si sposarono nella parrocchia della famiglia di John (il parroco di Emilia si era rifiutato di celebrare il matrimonio, sostenendo che i due ragazzi erano troppo giovani). Varie portate di maccheroni, dopo la cerimonia, accompagnarono i festeggiamenti nella comunita' italoamericana di Providence. ''In famiglia siamo tutti orgogliosi della nostre origini italiane - racconta Ella - e cerchiamo per quanto possibile di tramandare ai nipoti le nostre tradizioni e qualche parola in italiano che ancora conosciamo''. John ed Emilia sostengono di non avere una ricetta valida per tutti su come far funzionare un matrimonio. Ma la signora Rocchio, a 100 anni, non ha dubbi su una delle cose che ha fatto funzionare il suo: ''Fare all'amore'', ha raccontato sorridendo. ''E poi la voglia di scendere a compromessi - ha aggiunto - perche' non ho sempre ragione io e non ha sempre ragione lui''. ''Ci vuole tanta pazienza'', e' il giudizio di John, che tra i motivi alla base del successo del matrimonio include anche la pasta e fagioli cucinata da Emilia. ''Perche', non ti piaceva la mia bistecca?'', lo riprende lei. ''Hai ragione, era meglio di quella che faceva mia madre'', e' la replica. Un altro pericoloso disaccordo scansato in tempo. Una tattica nella quale John ed Emilia si sono esercitati per oltre otto decenni.

Monday, June 13, 2005

Razzismo, l'America fa i conti con i suoi fantasmi

Nella solenne aula del Senato, in un piccolo tribunale del Mississippi o in un laboratorio di medicina legale a Chicago: l'America confronta in questi giorni in luoghi diversi i fantasmi del razzismo, cercando di chiudere pagine dolorose per affidarle alla Storia con qualche punto interrogativo in meno. Ma il cammino sembra ancora lungo e il traguardo, in molti casi, e' incerto. Il Senato degli Stati Uniti e' riuscito finalmente a fare quello che sette presidenti americani e una serie di iniziative di legge per decenni non erano riusciti ad ottenere dall' assemblea: chiedere scusa per aver guardato da un'altra parte, tra il 1882 e il 1968, mentre nelle piazze e nelle strade d'America avvenivano migliaia di linciaggi destinati a restare impuniti. Nel giorno delle scuse a Washington, in Mississippi si e' aperto il processo per l'uccisione nel 1964 di tre attivisti dei diritti civili, massacrati dal Ku Klux Klan in un'estate rovente in cui il tema del voto ai neri nel Sud divideva le coscienze e scatenava l'odio razziale. Sul banco degli imputati siede un vecchio in sedia a rotelle, Edgar Ray Killen, 80 anni, un ex pastore battista accusato di essere stato il mandante di un triplice delitto per il quale nessuno e' mai stato punito. Una vicenda che Hollywood racconto' nel 1988 con un celebre film di Alan Parker, 'Mississippi Burning', interpretato da Gene Hackman e candidato a sette Oscar. Il movimento per i diritti civili per il quale i tre giovani avevano pagato con la vita, era stato innescato da una scintilla alcuni anni prima: l'uccisione nel 1955 sempre in Mississippi di un ragazzino nero di 12 anni, Emmett Till, colpevole di aver fischiato all'indirizzo di una giovane donna bianca. Un delitto a sua volta irrisolto, che l'Fbi sta cercando di chiarire a distanza di 50 anni. Nei giorni scorsi, la salma del piccolo Emmett e' stata esumata in un cimitero alla periferia di Chicago, per dar vita a un'autopsia a caccia di nuovi indizi (sono stati recuperati frammenti di proiettili che potrebbero aiutare le indagini). - LE SCUSE DEL SENATO: Per la camera 'alta' degli Usa, esprimere rimorso e' abbastanza raro. Una lunga campagna ha pero' permesso di portare al traguardo del voto una risoluzione che chiede scusa per 4.743 morti di linciaggi pubblici ufficialmente documentati negli Stati Uniti tra il 1882 e il 1968. Il 75% delle vittime erano neri, ma nel restante 25% c'erano anche ebrei e immigrati di varie nazionalita', compresi italiani, rimasti vittime dell'odio razziale. Lo stato che piu' di tutti fu protagonista di massacri spesso risolti in impiccaggioni di piazza e' il Mississippi, con 581 casi documentati, seguito dalla Georgia (531) e dal Texas (493). Sette presidenti degli Usa nell'ultimo secolo hanno cercato di spingere il Senato a votare risoluzioni di censura dei linciaggi, come la Camera ha fatto in passato, ma i provvedimenti fino a oggi erano sempre falliti per i veti incrociati alimentati spesso dai senatori degli stati del Sud. ''I linciaggi sono stati una forma di terrorismo americano'', ha sentenziato in un editoriale il quotidiano Usa Today, invitando le nuove generazioni a non dimenticare e ad approfondire quel passato oscuro, magari visitando una importante mostra storica sui linciaggi appena aperta a Chicago. Tra i protagonisti della campagna per le scuse del Senato e' stata Doria Dee Johnson, pronipote di un nero della Carolina del Sud, Anthony Crawford, che all'inizio del XX secolo aveva cominciato ad aver successo come piccolo produttore di cotone. Quando Crawford si lamento' nel 1916 per i prezzi ingiusti che i suoi concorrenti bianchi imponevano sul cotone, per tutta risposta fu linciato dalla folla, che disperse i suoi familiari e si sparti' le proprieta'. ''Furono perdite che ancora oggi perseguitano la mia famiglia, che si ritrovo' in miseria'', ha ricordato la Johnson, presente a Washington alla cerimonia in Senato. La Carolina del Sud, peraltro, non ha ancora chiesto scusa ufficialmente per quella vicenda. - GLI INCUBI DEL MISSISSIPPI: I cadaveri dei bianchi Andrew Goodman, 24 anni e Michael Schwerner, 20, e del loro amico nero James Chaney, 21, furono trovati dall'Fbi nel 1964 dopo 44 giorni di ricerche legate a uno dei casi piu' celebri nella storia delle tensioni razziali nel sud. I colpevoli del massacro non sono mai stati individuati con certezza, anche se l'inchiesta ha fatto emergere la responsabilita' dei seguaci locali del Ku Klux Klan. Come molti loro coetanei, Schwerner e Goodman erano scesi al sud quell'estate per sostenere il diritto al voto dei neri e registrare nuovi elettori. Complice la polizia locale - secondo l'Fbi - ai due bianchi e all'amico nero una sera fu teso un tranello e i tre giovani vennero massacrati, facendo sparire i cadaveri. Le indagini dei 'federali' vennero osteggiate in ogni modo possibile dagli amministratori locali e dalla polizia di Philadelphia, la localita' del Mississippi teatro della vicenda. I pochi imputati portati in aula all'epoca furono processati solo per violazione dei diritti civili e quasi tutti se la cavarono con pene lievi o l'assoluzione. Tra loro c'era anche il predicatore Killen, l'ultimo sopravvissuto dei presunti killer, che da oggi, dopo 41 anni, e' di nuovo sotto processo per la prima volta con un capo d' imputazione assai piu' pesante: triplice omicidio.

Wednesday, June 08, 2005

Condannati a morte pagano studi a fratello vittima, diventerà poliziotto

Zach Osborne e' cresciuto in una famiglia segnata da una tragedia: lo stupro e l'uccisione di sua sorella, che aveva 4 anni. Il piccolo Zach all'epoca era solo un bambino di 6 anni, ma e' convinto che sia nata allora la vogliadi diventare poliziotto e combattere il crimine. Adesso il suo sogno potra' diventare realta', grazie a un finanziamento insolito: a contribuire al futuro accademico di Zach sara' una borsa di studio messa a disposizione dai condannati a morte. A 19 anni, Osborne ha ricevuto oggi un assegno da 5.000 dollari destinato ad aiutarlo a frequentare la East Carolina University a Raleigh, dove il giovane seguira' i corsi necessari per prepararsi a una carriera nelle forze dell'ordine. I soldi sono stati raccolti nell'ambito di una campagna lanciata da'Compassion', un bimestrale realizzato in Ohio e scritto interamente da persone che si trovano nel braccio della morte. Il periodico e' frutto di un'iniziativa lanciata da alcune diocesi cattoliche americane, nell'ambito di un progetto delPontificio consiglio 'Giustizia e pace' del Vaticano. I detenuti nel corso degli ultimi anni hanno gia' distribuito 27 mila dollari in borse di studio. Nel 2003 versarono 10 mila dollari per mandare al college Brandon Biggs, figlio di un uomo ucciso in un omicidio nel 2001. Biggs, che ha perdonato il killer del padre, un condannato a morte del Missouri, punta a diventare un sacerdote. Zach Osborne invece vuole indossare la divisa da poliziotto anche per ricordare la sorellina Natalie, massacrata nell'aprile1992. Ad ucciderla fu l'allora fidanzato della madre dei due bambini, Jeff Kandles, che ora attende l'esecuzione nel braccio della morte della Carolina del Nord. Per quanto ricordi poco deldelitto, Zach ha spiegato che l'esperienza ''mi motivera' come poliziotto nel cercare di risolvere casi e nel tentare di prevenire che capiti ad altri cio' che e' accaduto nella mia famiglia''. ''Vogliamo sostenere Zach nel suo sogno di diventare un uomo della legge e di trovare le modalita' per prevenire nuova violenza'', ha detto Dennis Skillicorn, un condannato a morte del Missouri che e' anche il direttore di 'Compassion'. Osborne ha vinto la borsa di studio dei condannati a morte scrivendo un articolo sulla rivista nel quale ha raccontato l'uccisione della piccola Natalie e gli anni che l'hanno seguita. ''La morte di Natalie - ha scritto - e' stata una maledizione che haaccompagnato la mia famiglia fin dal giorno in cui fu trovato ilsuo corpo. Dopo molti anni nei quali sono stato divorato dalla rabbia e dal furore, sono finalmente riuscito a perdonare Jeffper il suo crimine contro la mia famiglia''. Nonostante il perdono, pero', Zach e' convinto che Jeff debbamorire di iniezione letale. ''Giustizia deve essere fatta'', ha detto il ragazzo. ''Ha commesso un crimine e questa e' lasentenza che e' stata decisa per lui''. Kandies si staavvicinando a una possibile data per l'esecuzione, perche' ha esaurito tutti i ricorsi a livello statale e il suo caso ha raggiunto la Corte Suprema degli Stati Uniti.

Tuesday, June 07, 2005

'Nella Vigna del Signore' su USATODAY

USATODAY, il più diffuso quotidiano statunitense, dedica oggi una recensione all'edizione inglese di Nella Vigna del Signore, la mia biografia di Papa Benedetto XVI.

Sunday, June 05, 2005

New York, bimbi vichinghi per tutti con l'inseminazione artificiale

I vichinghi sbarcano a Manhattan. A trasportarli non sono le loro celebri navi, ma assai piu' anonimi contenitori criogenici. Un altrettanto anonimo ufficio sulla Broadway e' l'epicentro dell'ennesima frontiera della procreazione assistita capace di sollevare una marea di interrogativi: una societa' danese offre agli americani sperma di giovani, aitanti e biondissimi donatori scandinavi, promettendo bambini belli, sani e ovviamente biondi e con gli occhi azzurri. 'Congratulazioni! E' un vichingo', e' lo slogan con il quale la societa' Scandinavian Cryobank promuove a New York il proprio gruppo di donatori selezionati, offrendo sperma dei pronipoti dei conquistatori dei mari del Nord. 'Meglio preparare una culla robusta', propone un'altra pubblicita', sotto la foto di un bambino biondo e sorridente. Il lavoro della societa' che offre l'inseminazione vichinga ha attratto l'attenzione dei media newyorchesi, in un momento nel quale anche negli Usa il dibattito sulla procreazione artificiale e' intenso. Circa 5 milioni di persone negli Stati Uniti risultano avere problemi di fertilita' e meta' di loro si sottopone a trattamenti medici per cercare di raggiungere una gravidanza. Le autorita' federali sembrano spesso avere difficolta' a tenere il passo delle innovazioni nel settore, per imporre le linee d'azione da seguire. Ma per lo sperma congelato esistono indicazioni molto dettagliate da rispettare. La banca del seme danese afferma di essere perfettamente in regola con gli standard americani e per questo negli Usa propone soltanto 50 dei suoi oltre 200 donatori abituali, dopo aver scelto quelli che sul piano della salute e delle caratteristiche genetiche rispondono meglio ai parametri statunitensi. Il risultato e' un crescente successo tra mamme spesso single alla ricerca di un'inseminazione su misura. Le stesse spesso che si rivolgono ad altre societa' che mettono annunci a pagamento sulle riviste delle prestigiose universita' dell'Ivy League, alla ricerca di sperma degli studenti con i voti piu' alti. ''Non credo ci sia un problema etico in quello che facciamo'', ha detto Claus Rodgaard, il responsabile della sociata' danese a New York, in un'intervista a Newsday. ''Non e' poi molto diverso - ha spiegato - dall'innamorarsi. Ci sono migliaia di donatori nel mondo e scegliere quello giusto e' un po' simile alla selezione naturale. La gente fa shopping in giro ed esamina liste di donatori, per cercare qualcuno che gli piaccia. E' davvero come nella vita reale, riflette cio' che siamo come umani''. L'esempio concreto delle parole di Rodgaard e' Alexandra Stokholm, una scrittrice newyorchese di 40 anni rimasta single e alla ricerca di una gravidanza. Dopo aver fatto un po' di ricerche su Google, si e' imbattuta nel sito dei bambini vichinghi (www.scandinaviancryobank.com). Figlia di immigrati norvegesi e danesi, la bionda signora Stokholm ha pensato che quella del donatore vichingo fosse l'opzione ideale e ha scelto un giovane danese dopo aver esaminato le schede - riservate - con le foto, le caratteristiche fisiche, il livello di educazione e il carattere dei ragazzi che mettono a disposizione il loro sperma nei paesi scandinavi. Adesso e' nata sua figlia, una bambina che sembra uscita dai poster dell'ufficio di Rodgaard, tutti dedicati a neonati biondi e sorridenti. Ma nella comunita' scientifica americana sono in molti a interrogarsi sul trend dei bambini vichinghi. ''Un conto e' scegliere sperma danese perche' quelle sono le tue origini familiari - afferma per esempio Daniel Kenigsberg, direttore di una societa' di inseminazione artificiale - ma se le caratteristiche della famiglia sono diverse, c'e' qualcosa di agghiacciante in questo tentativo di avere figli diversi''. ''E cosa accade - ha aggiunto, su Newsday, il direttore della bioetica alla Columbia University, Robert Klitzman - se il bambino non diventa un piccolo vichingo? Si rischia di vedere il bambino come un prodotto, e' una realta' preoccupante, psicologicamente pesante anche per il piccolo. E poi, dove ci fermiamo?''. Per Klitzman, come per altri esperti chiamati a riflettere sull'iniziativa danese, c'e' il rischio di far riemergere pericolosi spettri dell'eugenetica.