Razzismo, l'America fa i conti con i suoi fantasmi
      Nella solenne aula del Senato, in un piccolo tribunale del Mississippi o in un laboratorio di  medicina legale a Chicago: l'America confronta in questi giorni  in luoghi diversi i fantasmi del razzismo, cercando di chiudere  pagine dolorose per affidarle alla Storia con qualche punto  interrogativo in meno. Ma il cammino sembra ancora lungo e il  traguardo, in molti casi, e' incerto.
   Il Senato degli Stati Uniti e' riuscito finalmente a fare  quello che sette presidenti americani e una serie di iniziative  di legge per decenni non erano riusciti ad ottenere dall'  assemblea: chiedere scusa per aver guardato da un'altra parte,  tra il 1882 e il 1968, mentre nelle piazze e nelle strade  d'America avvenivano migliaia di linciaggi destinati a restare  impuniti.  
   Nel giorno delle scuse a Washington, in Mississippi si e'  aperto il processo per l'uccisione nel 1964 di tre attivisti dei  diritti civili, massacrati dal Ku Klux Klan in un'estate rovente  in cui il tema del voto ai neri nel Sud divideva le coscienze e  scatenava l'odio razziale. Sul banco degli imputati siede un  vecchio in sedia a rotelle, Edgar Ray Killen, 80 anni, un ex  pastore battista accusato di essere stato il mandante di un  triplice delitto per il quale nessuno e' mai stato punito. Una  vicenda che Hollywood racconto' nel 1988 con un celebre film di  Alan Parker, 'Mississippi Burning', interpretato da Gene Hackman  e candidato a sette Oscar.
    Il movimento per i diritti civili per il quale i tre giovani  avevano pagato con la vita, era stato innescato da una scintilla  alcuni anni prima: l'uccisione nel 1955 sempre in Mississippi di  un ragazzino nero di 12 anni, Emmett Till, colpevole di aver  fischiato all'indirizzo di una giovane donna bianca. Un delitto  a sua volta irrisolto, che l'Fbi sta cercando di chiarire a  distanza di 50 anni. Nei giorni scorsi, la salma del piccolo  Emmett e' stata esumata in un cimitero alla periferia di  Chicago, per dar vita a un'autopsia a caccia di nuovi indizi  (sono stati recuperati frammenti di proiettili che potrebbero  aiutare le indagini).  
   - LE SCUSE DEL SENATO: Per la camera 'alta' degli Usa,  esprimere rimorso e' abbastanza raro. Una lunga campagna ha  pero' permesso di portare al traguardo del voto una risoluzione  che chiede scusa per 4.743 morti di linciaggi pubblici  ufficialmente documentati negli Stati Uniti tra il 1882 e il  1968. Il 75% delle vittime erano neri, ma nel restante 25%  c'erano anche ebrei e immigrati di varie nazionalita', compresi  italiani, rimasti vittime dell'odio razziale. Lo stato che piu'  di tutti fu protagonista di massacri spesso risolti in  impiccaggioni di piazza e' il Mississippi, con 581 casi  documentati, seguito dalla Georgia (531) e dal Texas (493).
     Sette presidenti degli Usa nell'ultimo secolo hanno cercato  di spingere il Senato a votare risoluzioni di censura dei  linciaggi, come la Camera ha fatto in passato, ma i  provvedimenti fino a oggi erano sempre falliti per i veti  incrociati alimentati spesso dai senatori degli stati del Sud.    ''I linciaggi sono stati una forma di terrorismo americano'',  ha sentenziato in un editoriale il quotidiano Usa Today,  invitando le nuove generazioni a non dimenticare e ad  approfondire quel passato oscuro, magari visitando una  importante mostra storica sui linciaggi appena aperta a  Chicago. 
    Tra i protagonisti della campagna per le scuse del  Senato e' stata Doria Dee Johnson, pronipote di un nero della  Carolina del Sud, Anthony Crawford, che all'inizio del XX secolo  aveva cominciato ad aver successo come piccolo produttore di  cotone. Quando Crawford si lamento' nel 1916 per i prezzi  ingiusti che i suoi concorrenti bianchi imponevano sul cotone,  per tutta risposta fu linciato dalla folla, che disperse i suoi  familiari e si sparti' le proprieta'. ''Furono perdite che  ancora oggi perseguitano la mia famiglia, che si ritrovo' in  miseria'', ha ricordato la Johnson, presente a Washington alla  cerimonia in Senato. La Carolina del Sud, peraltro, non ha  ancora chiesto scusa ufficialmente per quella vicenda.  
   - GLI INCUBI DEL MISSISSIPPI: I cadaveri dei bianchi Andrew  Goodman, 24 anni e Michael Schwerner, 20, e del loro amico nero  James Chaney, 21, furono trovati dall'Fbi nel 1964 dopo 44  giorni di ricerche legate a uno dei casi piu' celebri nella  storia delle tensioni razziali nel sud. I colpevoli del massacro  non sono mai stati individuati con certezza, anche se  l'inchiesta ha fatto emergere la responsabilita' dei seguaci  locali del Ku Klux Klan.
     Come molti loro coetanei, Schwerner e Goodman erano scesi al  sud quell'estate per sostenere il diritto al voto dei neri e  registrare nuovi elettori. Complice la polizia locale - secondo  l'Fbi - ai due bianchi e all'amico nero una sera fu teso un  tranello e i tre giovani vennero massacrati, facendo sparire i  cadaveri. Le indagini dei 'federali' vennero osteggiate in ogni  modo possibile dagli amministratori locali e dalla polizia di  Philadelphia, la localita' del Mississippi teatro della vicenda.
    I pochi imputati portati in aula all'epoca furono processati  solo per violazione dei diritti civili e quasi tutti se la  cavarono con pene lievi o l'assoluzione. Tra loro c'era anche il  predicatore Killen, l'ultimo sopravvissuto dei presunti killer,  che da oggi, dopo 41 anni, e' di nuovo sotto processo per la  prima volta con un capo d' imputazione assai piu' pesante:  triplice omicidio.
      
    
    


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