Alla Nasa torna lo spirito dell'era Apollo
Lo spirito degli anni del progetto Apollo e' tornato alla Nasa. Almeno cosi' spera Michael Griffin, il nuovo amministratore dell'ente spaziale americano, che dopo un paio di settimane alla guida dell'agenzia ha gia' messo in pratica un'idea ambiziosa: ridurre di quattro anni i tempi previsti per la creazione del veicolo spaziale che prendera' il posto dell'ormai vecchia flotta degli shuttle.
Seguendo le direttive del presidente George W.Bush e i suoi propositi di mandare di nuovo uomini sulla Luna nel 2020, per poi tentare il balzo verso Marte, la Nasa aveva messo a punto un piano che prevedeva di completare una nuova navetta spaziale entro il 2014. Ma il progetto aveva un problema, che ha fatto discutere e irritare soprattutto gli esponenti conservatori in Congresso: con gli shuttle che andranno definitivamente in pensione nel 2010, restavano quattro anni di 'vuoto', nel corso dei quali gli Usa potranno solo stare a guardare mentre i russi continueranno a mandare astronauti sulla Stazione spaziale internazionale servendosi delle vecchie, ma affidabili Soyuz.
Un'idea inaccettabile per molti uomini del presidente Bush e anche per Griffin, che non appena nominato alla guida della Nasa ha rivoluzionato il programma. In primo luogo, il nuovo capo ha creato un gruppetto di esperti che si dedicheranno all'impresa nello stile della missione Apollo, che permise agli Usa di recuperare il ritardo sui russi negli anni Sessanta e raggiungere prima di loro la Luna. Inoltre, Griffin ha cancellato l'idea di una lunga gara d'appalto tra due societa' che si dovevano contendere la realizzazione del nuovo veicolo spaziale e ha imposto il 2010 come data entro la quale la navetta del futuro deve essere pronta.
Il decisionismo del nuovo amministratore, secondo quanto racconta il Washington Post, ha fatto storcere il naso a molti all'interno della Nasa. Anche perche' si scontra con i problemi che l'agenzia spaziale sta vivendo in queste settimane nel cercare di mandare di nuovo in orbita uno shuttle. Il Discovery doveva essere lanciato a meta' maggio, segnando il ritorno degli Usa alle missioni spaziali dopo la tragedia del Columbia nel 2003, ma problemi legati alla sicurezza del serbatoio esterno hanno gia' fatto slittare la data fino a meta' luglio.
La crisi della Nasa e il fatto che negli ultimi due anni il futuro della Stazione spaziale sia stato affidato interamente ai russi, hanno ferito l'orgoglio di molti esponenti politici negli Usa, che ora rifiutano l'idea di quattro anni 'a terra' tra il 2010 e il 2014. ''Non possiamo permettere un vuoto di quel genere'', ha detto il senatore repubblicano Kay Bailey Hutchison, presidente della commissione scienza e spazio del Senato. ''E' una minaccia alla sicurezza nazionale del nostro paese - ha aggiunto - e io intendo far tutto il possibile per accorciare quel lasso di tempo''. Griffin si muove sulla stessa lunghezza d'onda e adesso ha annunciato che le due societa' finaliste per la realizzazione della nuova navetta saranno rese note a luglio e il vincitore all'inizio del 2006, invece che nel 2008. Un'accelerazione che sembra aver provocato forti tensioni tra Griffin e l'ammiraglio della Marina in pensione Craig Steidle, l'uomo incaricato di gestire il progetto per il futuro dello spazio. Tra i due sarebbero volate negli ultimi giorni anche parole grosse, ma sia Steidle, sia i portavoce del capo della Nasa hanno detto al Washington Post che tutto procede per il meglio e che quelli in corso sono solo ''colloqui altamente professionali''.
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