Bernard-Henri Levy, un anno tra follie d'America
Ha voluto vedere tutto e visitare ogni stato. E' entrato nei bordelli di Las Vegas, nelle prigioni di New York e nelle mega-chiese del Midwest. Ha dormito in motel e mangiato fast food. E ora che il suo 'anno americano' e' finito, il filosofo francese Bernard-Henri Levy lo racconta con l'entusiasmo di un Jack Kerouac reduce da un vagabondaggio 'on the road' e le perplessita' di un europeo incerto sulla risposta a una domanda chiave: l'America e' ancora il futuro dell'Europa?
Cosi' era sembrata nel XIX secolo a un altro viaggiatore francese, Alexis De Tocqueville. Il suo connazionale - che si e' lanciato nell'impresa sulle orme di Toqueville, nel 200mo anniversario della nascita del celebre studioso - confessa di ripartire ''forse con piu' interrogativi di quando sono arrivato''. Ma anche con alcune certezze: gli Usa sono nel pieno di un boom religioso che spesso provoca ''una banalizzazione di Dio'' e il loro pragmatismo ha lasciato il passo a ''una forte voglia di far politica e di proporre idee''.
''C'e' una sorta di nuova 'religione americana' che sta emergendo nel mondo e non e' chiaro cosa diventera''', ha detto Bernard-Henri Levy al pubblico di New York, che ha fatto ressa per venire ad ascoltare nella Public Library di Manhattan il suo bilancio di un anno di viaggi negli Usa. Piu' di 250 persone sono rimaste fuori da un auditorium da 300 posti nel quale BHL - come il filosofo ama farsi chiamare - ha conversato per due ore con l'opinionista conservatore del New York Times David Brooks. Il mensile The Atlantic, che ha pagato l'avventura, pubblica dal prossimo numero a puntate i racconti di BHL, che saranno raccolti il prossimo anno anche in un libro.
''Vengo da un paese dove chi adora la bandiera nazionale e' considerato idiota - ha spiegato il filosofo, presentandosi con una sgargiante camicia bianca aperta fino all'ombelico, che nessun personaggio pubblico americano indosserebbe - e dove le chiese sono in crisi. Sono arrivato in un posto dove ci sono bandiere dovunque e dove non ho trovato una sola persona che dicesse di non credere in Dio''.
Il rapporto tra l'America e la religione e' la cosa che piu' sembra aver colpito BHL. Ma alla fede sincera che ha riscontrato nelle chiesette in Arkansas e Alabama, nella sua analisi si contrappongono gli eccessi delle megachiese che sorgono nelle periferie urbane come quella di Chicago o la ''competizione con ogni arma possibile'' lanciata da realta' come i mormoni dello Utah, ''che hanno avuto l'idea geniale di mettere le mani non solo sui vivi, ma anche sui morti: tengono un miliardo di nomi di defunti in una banca dati dentro una montagna''.
''Cio' che colpisce un europeo - ha spiegato - e' la banalizzazione di Dio che si fa in molte di queste megachiese, dove sembra di entrare non in un luogo di culto, ma in banca''. Una religiosita' spesso ideologica, che per BHL puo' far sentire i suoi effetti sul mondo, visto che la religione che sta crescendo di piu' in tutto il pianeta non e' l'Islam ne' il cattolicesimo, ma quella dei pentecostali americani.
Bernard-Henri Levy vede pericoli per gli Usa per la crescita di un atteggiamento antiscientifico, che si manifesta per esempio nelle battaglie sulle teorie evoluzioniste di Darwin. ''Oggi non e' piu' una questione di oscurantismo contro l'evoluzione - spiega - ma della contrapposizione tra due scienze (creazionista ed evoluzionista) messe sullo stesso piano e ritenute di pari valore. C'e' un luogo dove questa idea delle 'due scienze' si e' sviluppata in passato: l'Unione Sovietica''.
Ma ci sono una serie di sorprese americane che il filosofo ritiene importanti e positive. Una di queste e' l'emergere di un dibattito politico di alto livello. ''Ci sono molti cliche' sugli americani - e' il suo parere - e uno di questi e' la convinzione che non siano in grado di elaborare grandi sistemi di pensiero. Su questo, a mio avviso, anche Toqueville si sbagliava''.
BHL ha partecipato alle convention politiche di repubblicani e democratici la scorsa estate, ha incontrato esponenti emergenti come Hillary Clinton e Barak Obama, membri dell' amministrazione Bush e teorici del mondo 'neo-con' e si e' convinto ''ci sono grandi idee'' che circolano e uno sguardo sul mondo che e' tutt'altro che pragmatico. ''Una delle cose piu' stupide che si dicono in Europa - ha detto - e' che Bush ha fatto la guerra in Iraq per motivi economici, per il petrolio. E' stata una guerra fatta esclusivamente per motivi ideologici''.
Anche l'immigrazione e la capacita' degli Usa di assorbire etnie, culture e religioni diverse sono, per BHL, ''dei modelli di civilta''' da cui l'Europa ha solo da imparare. In un anno di vagabondaggio in alberghetti e fast food di Wendy's e Pizza Hut, Bernard-Henri Levy racconta di essersi sentito ''comunque a casa, perche' sono stato forgiato anche da questo mondo, dalle letture di Hemingway, Faulkner e Flannery O'Connor e dai film americani''. Ma lo stupore ha dominato molte delle sue avventure, compresa la scoperta che il puritanesimo dominante non si ferma neppure nei bar da lap-dance: ''Ci sono avvocati che studiano la distanza adeguata tra il cliente e la ballerina nuda e le regole con cui vanno inserite le banconote nel tanga, in modo che non avvenga niente di 'inappropriato'''.
0 Comments:
Post a Comment
Note: Only a member of this blog may post a comment.
<< Home