SPIRIT OF AMERICA

America is a land of wonders, in which everything is in constant motion and every change seems an improvement ----------------------- ALEXIS DE TOCQUEVILLE

Monday, February 21, 2005

New York, la Statua della Liberta' vuole la fiaccola olimpica

Tutta colpa di Roberto Baggio e di una doppietta mondiale di 11 anni fa. Se New York e' da oggi e per tutta la settimana tappezzata di cerchi olimpici, nel tentativo di convincere il Comitato olimpico internazionale (Cio) di avere le carte in regola per ospitare i Giochi del 2012, la 'responsabilita' e' dell'ex attaccante azzurro: fu ammirando l'entusiasmo suscitato dalle sue prodezze al Mondiale negli Usa nel 1994 che e' sbocciata la sfida newyorchese. La data di nascita della candidatura di New York ai Giochi e' stata fissata nel 13 luglio 1994, il giorno in cui al Giants Stadium nel New Jersey l'Italia guadagno' l'accesso alla finale dei Mondiali battendo la Bulgaria per 2-1, grazie a Baggio. Daniel Doctoroff, allora un giovane imprenditore newyorchese e oggi vicesindaco, ha ricordato ai 13 membri della commissione di valutazione del Cio, appena sbarcati a New York, le emozioni di quel giorno. ''Se Italia e Bulgaria erano capaci di creare un tale entusiasmo negli Usa - spiega Doctoroff - cosa potrebbe accadere con un grande evento internazionale nel cuore di New York?''. Da allora, Doctoroff e' diventato l'instancabile promotore della candidatura della Grande Mela, giunta al momento decisivo in vista della decisione del Cio, che sara' annunciata a luglio a Singapore. New York ha gia' una fiaccola, la tiene in pugno la Statua della Liberta' ed e' diventata il logo della campagna NYC2012 per portare le Olimpiadi di nuovo negli Usa, dopo le avventure di Los Angeles e Atlanta. Ma trasformarla in una torcia olimpica non sara' impresa facile. Parigi sembra la piu' quotata tra le cinque finaliste e anche Londra, dopo aver coccolato per tutta la scorsa settimana la commissione del Cio, portandola anche al cospetto della regina Elisabetta, sembra aver riguadagnato terreno. Madrid, gia' visitata dagli esperti - che dopo New York sono attesi nella capitale francese e infine a Mosca - ha meno possibilita', anche per le minacce del terrorismo. A differenza di Madrid e Londra, New York non puo' offrire al Cio incontri con re e regine e neppure strette di mano con capi del governo: il presidente George W.Bush e' in Europa e non sono previsti faccia a faccia con esponenti dell'amministrazione. Ma la citta' americana non lo vede come uno svantaggio. ''Siamo l' unica, tra le cinque finaliste - spiega Jay Kriegel, direttore esecutivo di NYC2012 - a non essere una capitale e il modello americano e' diverso dagli altri. Siamo convinti di avere l'offerta migliore da fare al Cio, da tutti i punti di vista''. Per essere sicura di mostrare alla delegazione una citta' totalmente mobilitata per i Giochi, New York non ha badato a spese, anche perche' le Olimpiadi sono un affare valutato in 3 miliardi di dollari e la citta' di Wall Street, quando si tratta di affari, non e' seconda a nessuno. Times Square e' stata tappezzata di gigantesche scritte di benvenuto alla commissione guidata dalla marocchina Nawal el Moutawakel, medaglia d'oro nei 400 ostacoli alle Olimpiadi del 1984 ('Facciamo cominciare il sogno', e' lo slogan scelto per la campagna, insieme a 'New York, la seconda casa del mondo'). I grandi magazzini, da Macy's a Bloomingdale's, hanno le vetrine in tema olimpico e la pista da pattinaggio del Rockefeller Center ha cambiato look per ospitare i 5 cerchi. Il logo olimpico e' stato sparso su 13 mila taxi, 7 mila autobus e 4 mila vetture della metropolitana. Il tempo non ha offerto collaborazione, con una nevicata seguita da pioggia e atmosfere grigie, certo non l'ideale per il programma di iniziative all'aperto pensate per l'occasione. Ma dalle loro finestre nelle suite lussuose dell'hotel Plaza che li ospitano per tutta la settimana, i membri della delegazione possono catturare l'immagine mozzafiato di Central Park imbiancato dalla neve e disegnato dai 'Gates', le grandi strutture arancioni dell'installazione provvisoria dell' artista Christo. Una mini-maratona sotto le vele dei 'Gates' e' uno degli intrattenimenti pensati per questi giorni. Il dialogo tra i promotori della candidatura e gli esperti del Cio avviene in una elegante sala del Plaza, nella quale un gruppetto di giornalisti sono stati brevemente invitati a dare un'occhiata ai colloqui: atmosfera ovattata, moquette azzurra sul pavimento, musica di Gershwin in sottofondo, un grande logo tridimensionale di NYC2012 al centro della sala, a separare il tavolo della commissione da quello dove siedono il sindaco Michael Bloomberg, Doctoroff e il comitato olimpico americano. Le vetrate si affacciano su Central Park, il clima e' cordiale e pieno di coccole agli uomini e donne del Cio. Il cuore della candidatura di New York e il tema centrale della propria campagna e' il fatto di essere una citta' accogliente per tutte le etnie e le lingue. ''Inoltre - dice Kriegel - abbiamo un progetto spettacolare per portare le Olimpiadi dentro la citta', a partire dal Villaggio olimpico, e per lasciare a New York in eredita' grandi strutture''. Il 70% degli impianti sono pronti o in via di realizzazione, ma il nodo cruciale che verra' affrontato in questi giorni riguarda lo stadio olimpico: il progetto prevede di crearlo nel West Side di Manhattan, in piena citta', ma il dibattito a New York e' rovente su questo tema e tutt'altro che concluso. ''Avremo lo stadio, non ci sono dubbi sul fatto che lo realizzeremo'', dice Doctoroff. ''E le nostre rivali europee devono ricordare che la decisione finale la prendera' il Cio. E' presto per chiunque per cantare vittoria''.

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