Staminali, da Boston nuovi traguardi su cellule adulte
Ricercatori di Boston hanno isolato un tipo di cellula del midollo osseo umano che sembra avere potenzialità mediche e capacità analoghe a quelle delle cellule embrionali staminali. Lo studio, condotto alla Tufts University, è stato accolto con interesse nella comunità scientifica americana, anche se vari ricercatori hanno sottolineato che è ancora troppo presto per considerarla un' alternativa valida alla controversa ricerca sulle staminali embrionali.
Utilizzando apparecchiature speciali per la scelta di cellule, i ricercatori ne hanno selezionate alcune provenienti dal midollo osseo di tre diversi donatori. I test condotti a Boston hanno poi dimostrato la capacità di queste cellule di trasformarsi in molti, se non tutti, i tipi di cellule del corpo umano, come avviene con le staminali embrionali.
I ricercatori della Tufts, che hanno pubblicato i risultati sul Journal of Clinical Investigation, hanno iniettato le cellule del midollo su topi che erano stati colpiti da attacchi cardiaci. Le cellule si sono trasformate in nuovi vasi sanguigni e in un nuovo muscolo cardiaco, dando ai topi trattati in questo modo il doppio di irrorazione sanguigna al cuore rispetto a quanti è accaduto in un altro gruppo di ratti da laboratorio utilizzati come controllo. Anche le cicatrizzazioni sono risultate assai inferiori.
Altri esperimenti in laboratorio a Boston hanno mostrato - riferisce il Washington Post - che le cellule del midollo possono trasformarsi anche in cellule nervose.
"Penso che le cellule staminali embrionali siano destinate a svanire nello specchietto retrovisore, rispetto alle cellule staminali adulte", ha detto Douglas Losordo, il cardiologo della Tufts University che ha condotto la ricerca. "E' come un kit per le riparazioni: la natura ci ha fornito gli accessori per riparare un organo danneggiato", ha aggiunto.
James Battey, il capo del programma sulle cellule staminali al National Institutes of Health, ha definito la ricerca "un ottimo lavoro", ma ha avvertito che è troppo presto per pensare di abbandonare la ricerca sulle cellule staminali embrionali.
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