Atomica non fa piu' paura, NORAD esce dalla montagna
Si spengono le luci nel bunker sotto una montagna del Colorado e un altro simbolo della Guerra Fredda lascia il posto ai nuovi scenari della guerra al terrorismo. Il Pentagono ha deciso di mettere progressivamente in 'standby' il proprio centro di comando di Cheyenne Mountain, trasferendo in una vicina base all'aperto gran parte delle operazioni del Norad, il cuore della difesa aerea Usa.
La mossa e' stata decisa per rendere piu' efficaci le operazioni, integrando tutti insieme alla Peterson Air Force Base di Colorado Springs i comandi che si trovavano sotto la montagna e le strutture del ministero della Sicurezza Interna che sono state create dopo l'11 settembre. Ma il crepuscolo del bunker che dagli anni '60 era un simbolo della minaccia nucleare, descrive la rivoluzione di mentalita' e strategia in corso da anni al Pentagono. Anche per Hollywood e' un duro colpo, vista l'ispirazione che la montagna ha offerto in questi decenni. Da Henry Fonda in 'A prova d'errore' ai ragazzini hacker di 'Wargames' - all'alba dell'era del computer - sono molteplici le pellicole che hanno proposto l'immagine di un'America sull'orlo di una guerra nucleare, partita per errore e gestita dagli uomini sotto la montagna.
Sparita l'Unione Sovietica, l'arrivo di un missile balistico intercontintale sugli Usa e' una possibilita' sempre piu' remota e l'equilibrio tra le superpotenze basato sulla minaccia di distruzione reciproca e' una cosa del passato. Quando nel 1961 il presidente John F.Kennedy fece scavare a colpi d'esplosivo la montagna del Colorado, per creare a 600 metri sotto la roccia un bunker che resistesse alla bomba atomica, le preoccupazioni della Casa Bianca erano concentrate su Mosca, non su terroristi armati di armi di distruzione di massa. Negli ultimi anni sempre piu' compiti e strutture operative sono stati trasferiti nella grande base aerea Peterson, che sorge in mezzo a una prateria a una ventina di chilometri da Cheyenne Mountain. L'ammiraglio Tim Keating, che in Colorado comanda sia il Norad, sia il Northcom - il comando del Pentagono che ha il compito di difendere il Nord America - ha fatto eseguire nei mesi scorsi studi su come rendere piu' efficace il lavoro dei propri uomini, divisi in due diverse localita'. ''Non posso essere allo stesso tempo in entrambi i posti'', ha detto Keating, nell'annunciare che i 1.100 militari che lavorano nella montagna verranno progressivamente trasferiti nella prateria.
L'alto ufficiale non scorda l'esperienza vissuta dal suo predecessore, il generale dell'Aviazione Ralph Eberhart, che durante l'attacco dell'11 settembre fu sorpreso in viaggio tra le due basi e incontro' grandi difficolta' a contattare per telefono i propri ufficiali: organizzata per rispondere all' arrivo di un missile, la base si trovo' impotente di fronte agli aerei dirottati dai terroristi e usati come armi.
Cheyenne Mountain non verra' certo abbandonata. L'ammiraglio Keating ha spiegato che verra' messa in stato di 'warm standby', cioe' con il personale ridotto al minimo per mantenere attivi i computer, pronti a girare a pieno regime nel caso di un' emergenza. ''Il cambiamento - ha detto il generale Eric Findley, uno dei vice di Keating - permettera' ai due comandi, Norad e Northcom, di lavorare insieme in modo piu' efficace, per far fronte alle loro missioni di difesa della sicurezza nazionale''.
Gli investimenti fatti anche di recente nella base non sono certo quelli destinati a una struttura in via di smantellamento. Dall'11 settembre, l'intero centro di comando e' stato ristrutturato e la modernizzazione dei suoi sistemi, gia' costata 700 milioni di dollari, non e' ancora conclusa. Il bunker continuera' a ricevere tutta la complessa manutenzione necessaria per una struttura che deve essere pronta a resistere all'esplosione di un'atomica da 20-30 megatoni. Le pareti interne, per esempio, sono collegate alla roccia con 113.000 gigantesche viti lunghe da uno a 5 metri e nella base c'e' una squadra di tecnici che ha come unico compito quelle di regolarle continuamente.
Mantenere pienamente operativa Cheyenne Mountain, secondo gli esperti militari, e' senza dubbio una buona idea anche se le minacce attuali sembrano renderla obsoleta. ''La possibilita' di un attacco missilistico nucleare puo' sembrare esile adesso - spiega John Pike, direttore di Global Security - ma occorre guardare al futuro, allo scenario tra 15 anni. Chi ci dice che i cinesi non provino a metterci nel mirino? E se non siamo preoccupati adesso per i russi, potremmo esserlo in futuro. Mi chiedo solo che tipo di minaccia sia necessaria, per indurci a tornare a rifugiarci nella montagna''.
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