FLORIDA, IL POPOLO DI KERRY SOGNA MA HA PAURA
WEST PALM BEACH (FLORIDA), 18 OTT - Il suo amore per la Florida, dove vive dal 1974, e' fuori discussione. Ma a 85 anni e dopo averne viste di tutti i colori, Florence Schwartz non si illude. ''Questo e' lo stato piu' imbroglione e truffatore di tutta l'Unione'', spiega fumando una sigaretta dopo l'altra sul prato di un grande parco a nord di Miami, mentre a pochi metri da lei John Kerry, microfono in pugno, cerca di convincere Florence e migliaia di elettori come lei che stavolta sara' diverso.
Il popolo di Kerry, che il candidato alla Casa Bianca dei democratici e' venuto a galvanizzare tra domenica e lunedi' in mezza Florida, sogna che sia la volta buona, ci spera, ma ha anche una grande paura. L'epilogo della campagna elettorale del 2000, con la vittoria al fotofinish di George W.Bush su Al Gore, ha lasciato traumi ancora visibili nell'elettorato democratico dello stato del sole e degli uragani, di DisneyWorld e delle folli schede per il voto 'a punzonatura' (ora tolte di circolazione), che quattro anni fa tennero il mondo con il fiato sospeso. La sfida di Kerry in questi giorni e' convincere i piu' scettici tra i suoi sostenitori che il bis non ci sara' e quindi occorre combattere fino all'ultimo, voto per voto.
I seggi elettorali sono stati aperti oggi in Florida, si vota per due settimane e non piu' solo nel martedi' dell'Election Day e il senatore del Massachusetts da due giorni insiste su un messaggio-chiave, al quale possono essere affidate le sue sorti elettorali: ''Andate a votare subito, non perdete tempo e portate piu' gente che potete a votare con voi''.
Kerry lo ha detto domenica pomeriggio a migliaia di persone che hanno sopportato quattro ore di sole rovente e una lunga coda di fronte ai metal detector del Servizio Segreto, prima di ascoltarlo nel parco cittadino di Pembroke Pines, tra Miami e Fort Lauderdale, in quella contea di Broward che nel 2000, insieme a quella vicina di Palm Beach, fu l'epicentro del caos. Lo sfidante di Bush ha ripetuto l'esortazione stamani a West Palm Beach, raccogliendo un'altra folla consistente nonostante l' appuntamento di primo mattino in un giorno di lavoro ed e' poi piombato su Tampa e Orlando per battere sullo stesso punto.
Ma la base e' inquieta, soprattutto quando si tratta degli anziani ebrei, una fetta consistente della popolazione di pensionati nel sud della Florida. ''Temo che accadra' come quattro anni fa - spiega Florence Schwartz, una signora minuta che sfida il sole a picco con l'ausilio di un cappellino da baseball arancione - perche' qui comanda ancora il fratello di Bush, il governatore Jeb e i repubblicani hanno il controllo del sistema elettorale. Hanno appena gettato via 8 mila richieste di voto per corrispondenza, ovviamente in gran parte democratiche, solo perche' non era stata segnata una casella vicino alla scrita 'Sono cittadino americano'''.
Anche Pauline, 83 anni (''il cognome lasciamolo stare, comunque e' ebreo'') e' venuta ad applaudire Kerry a Pembroke Pines, con la mente che continua a correre al 2000. ''Facevo la volontaria per Gore - racconta, scuotendo la testa sotto il cappello di paglia che la protegge dal sole - ho cercato decine di voti per lui. Si arrese troppo presto, per senso di responsabilita': stavolta spero che Kerry non molli se ci troviamo in una situazione simile. Il problema e' che adesso, quando ti metti al telefono e chiami la gente per ricordar loro che ogni voto conta, ti replicano: 'Si', come no, proprio come quattro anni fa...' E io che posso replicare?''.
Secondo Pauline, molto e' cambiato in questi quattro anni anche nella comunita' dei pensionati ebrei, una base elettorale decisiva per i democratici in Florida. ''In primo luogo stiamo invecchiando - dice - e gli ispanici prendono sempre piu' il nostro posto. E loro sono un mondo a parte, che vota in buona parte repubblicano, soprattutto quando si tratta di cubani''.
Poi c'e' la questione della sicurezza. Bush e' venuto a corteggiare sabato la comunita' ebrea a West Palm Beach (lunedi' sera era atteso di nuovo in zona), portando con se' la notizia di aver appena firmato il 'Global anti-semitism review act 2004', una legge che impegna il Dipartimento di Stato a documentare ogni anno gli attacchi contro gli ebrei in tutto il mondo. L'appoggio della Casa Bianca repubblicana a Israele e i timori per il terrorismo sembrano raccogliere consensi nell' ambiente ebreo dello stato-chiave delle elezioni. ''Dopo l'11 settembre 2001 - spiega Pauline - molti dei miei amici si sono spostati a fianco di Bush, sono convinti che il presidente sia la scelta migliore per combattere il terrorismo''.
Il senatore in questi giorni cerca di riconquistare anche loro. Lo fa facendo distribuire alla folla, nelle varie tappe in Florida, cartelli da agitare di fronte alle telecamere delle tv che recitano: 'Forti a casa, rispettati nel mondo'. Lo fa accusando Bush dal palco di aver reso l'America piu' insicura, trasformando i suoi cittadini in bersagli per il terrorismo o anche solo per l'odio antiamericano.
Ma in Florida Kerry adegua il messaggio anche agli altri temi che stanno a cuore alla gente, oltre alla sicurezza. Tra gli anziani di West Palm Beach e della contea di Broward, per esempio, l'assenza quest'anno di una scorta sufficiente di vaccino per l'influenza diventa un'arma nelle mani del senatore. ''Se un presidente non e' in grado di mettere a disposizione abbastanza vaccini per la popolazione anziana - e' l'affondo di Kerry - come puo' pensare di proteggerla dal terrorismo? Sono sicuro che se l'Halliburton producesse vaccini, ce ne sarebbero per tutti!''.
Florence e Pauline si spellano le mani e sventolano cartelli 'Women for Kerry', sperando che l'uomo dai capelli d'argento la' sul palco riempia di contenuto lo slogan che, insieme al resto della folla, ripetono ogni cinque minuti: ''Basta con Bush!''.
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