Corte Suprema, con Alito si completa la svolta conservatrice
Preparata per vent'anni, coltivata con cura e pazienza nei circoli conservatori d'America, la svolta a destra della Corte Suprema e' arrivata.
Samuel Alito, figlio di un immigrato italiano sbarcato negli Usa quasi un secolo fa, e' stato confermato dal Senato come nuovo giudice della Corte, dando al presidente George W.Bush la possibilita' di rivendicare di aver mantenuto una promessa elettorale: portare nel massimo organo giudiziario americano giudici sintonizzati sulla lunghezza d'onda dei conservatori.
Con una risicata maggioranza di 58-42, un Senato spaccato lungo la linea di demarcazione dei partiti ha dato a Bush la possibilita' di presentarsi al Congresso poche ore dopo, per il solenne discorso sullo Stato dell'Unione, parlando con di fronte il nuovo presidente della Corte, John Roberts, affiancato da Alito fresco di nomina e di giuramento. Un colpo d'occhio che racconta, anche visivamente, l'avvenuta svolta conservatrice.
Dai posti in prima fila riservati in occasione del discorso ai nove giudici a vita della Corte, e' sparita dopo 24 anni la folta chioma bianca della dimissionaria Sandra Day O'Connor. Al posto di quella che era stata la prima donna giudice della Corte e il suo perenne ago della bilancia tra liberal e conservatori, siede d'ora in poi il 55enne Alito, con i capelli perennemente spettinati e un leggero inizio di calvizie. Il giudice italoamericano e l'impeccabile Roberts sono stati piazzati sui banchi della Corte da Bush in meno di quattro mesi, dopo che per 12 anni non era avvenuta nessuna nomina.
Le solide credenziali conservatrici di Alito hanno fatto gioire la base piu' a destra nell'elettorato di Bush, che aveva scatenato una rivolta nei mesi scorsi per bloccare la precedente proposta della Casa Bianca, quella della moderata e inesperta Harriet Miers. Lo scenario attuale e' quello che i giuristi conservatori e i loro potenti think tank, come la Federalist Society, aspettavano dal 1987, quando il candidato conservatore Robert Bork fu silurato dal Senato e sostituito da un giudice dal pedigree piu' incerto, Anthony Kennedy.
Con l'uscita di scena della O'Connor e la sostituzione dell'anziano presidente scomparso William Rehnquist con il giovane e dinamico Roberts, la Corte va incontro a anni di possibili ribaltoni giudiziari, rispetto alle scelte fatte a partire dagli anni Settanta. L'aborto e' il tema come sempre al centro dell'attenzione in questo senso, ma in realta' saranno altri i casi su cui il nuovo assetto della Corte sara' sottoposto entro breve tempo ai primi test.
Uno dei piu' significativi verra' discusso il primo marzo, quando arrivera' all'esame della Corte il complesso e controverso piano per ridisegnare i distretti elettorali del Texas, promosso nel 2003 dall'ex leader repubblicano alla Camera, Tom DeLay, ora finito nei guai per un'inchiesta giudiziaria. La materia e' tecnica, ma l'esito potrebbe essere quello di dare o meno ai repubblicani, a novembre, il controllo della Camera. Un altro caso delicato in arrivo e' quello di Salim Hamdan, un ex collaboratore di Osama bin Laden detenuto a Guantanamo i cui avvocati hanno sfidato la costituzionalita' dei poteri di Bush in tema di lotta al terrorismo. Sara' un test per verificare l'orientamento della nuova Corte per quel che riguarda i poteri presidenziali, finiti sotto i riflettori anche per la vicenda delle intercettazioni segrete della Nsa.
Il nuovo personaggio-chiave nella Corte e' adesso Kennedy. L'ala progressista conta infatti su un quartetto compatto di giudici, composto da John Paul Stevens, David Souter, Ruth Bader Ginsburg e Stephen Breyer. Quella conservatrice sara' ora altrettanto compatta, con Roberts e Alito che con ogni probabilita' voteranno spesso insieme a Clarence Thomas e Antonin Scalia. Il cerino in mano nelle decisioni piu' delicate, per rompere lo stallo dei voti 4-4, tocchera' quindi a Kennedy, che dal 1988 a oggi ha creato non poche irritazioni al mondo conservatore su temi come l'aborto, i diritti dei gay e la tutela della privacy. Il suo pero' fu anche il voto decisivo che diede a Bush la vittoria contro Al Gore nella storica sentenza che mise fine alla corsa alla Casa Bianca nel 2000.
Un'insolita maggioranza di tipo religioso, dalle conseguenze per ora incerte, si e' inoltre venuta a creare nella Corte: in un paese dove i cattolici sono 65 milioni su 290 milioni di abitanti, il massimo organo giudiziario che dovrebbe essere uno specchio dell'America ha ora cinque cattolici su nove membri. Alito ha seguito alla Casa Bianca il voto finale in Senato e ha ricevuto i complimenti di Bush, prima di un rapido giuramento nella mani di Roberts. La storia dell'italoamericano Alito, ha commentato Bush, ''e' la realizzazione del sogno americano per quest'uomo e la sua famiglia''.
I democratici hanno tentato fino all'ultimo di bloccare la nomina, lanciando una manovra ostruzionista promossa da John Kerry e Ted Kennedy destinata in partenza alla sconfitta. La spaccatura e' testimoniata dall'esito del voto. Se a settembre il Senato aveva dato 78 voti a favore al conservatore Roberts, stavolta la maggioranza e' stata la piu' risicata dal 1991, quando Thomas fu confermato per 52-48. In quell'occasione pero' erano stati 11 i democratici a votare per la conferma di un candidato scelto dal presidente George Bush padre, mentre stavolta dall'opposizione sono arrivati solo quattro voti.
Tra i primi a congratularsi con Alito e' stato Kenneth Ciongoli, presidente della Niaf, la maggiore organizzazione degli italoamericani, che lo ha definito ''un modello per tutti i giovani americani''.