SPIRIT OF AMERICA

America is a land of wonders, in which everything is in constant motion and every change seems an improvement ----------------------- ALEXIS DE TOCQUEVILLE

Thursday, July 28, 2005

Primo Levi a Broadway scuote coscienza America

Richard Cohen e' stato prudente, sapendo di entrare in un terreno minato, ma dopo aver visto a Broadway 'Primo' ha deciso di lanciare la provocazione nella sua rubrica sul Washington Post: il monologo teatrale ispirato a 'Se questo e' un uomo' deve far interrogare l'America su Abu Ghraib, Guantanamo e i rischi della tortura. La presa di posizione di uno dei piu' noti 'columnist' degli Stati Uniti e' solo l'ultimo segnale delle riflessioni profonde e del successo che stanno accompagnando lo sbarco a New York del lavoro teatrale su Primo Levi realizzato dal National Theatre britannico. Aperto all'inizio di luglio al Music Box Theatre di Broadway, 'Primo' doveva restare in cartellone un solo mese, ma gli organizzatori hanno gia' annunciato una prima proroga, fino a meta' a agosto, reagendo al successo di pubblico e di critica. E non e' escluso che le repliche possano essere prolungate ancora durante l'estate. Le recensioni sono state in buona parte trionfali per Anthony Sher e la sua messa in scena del monologo dedicato alla tragica esperienza di Levi nel campo di concentramento di Auschwitz. ''Sei decenni dopo - ha scritto Ivan Kyncl su UsaToday - 'Primo' rendera' di nuovo attuale quella vergogna per chiunque avra' la fortuna di andare a vederlo''. ''La platea viene ricondotta di nuovo nel dramma della Storia'', ha affermato John Lahr sul New Yorker. Per Ben Brantley, il critico del New York Times, ''uno straordinario Sher ha creato un ritratto nel quale la memoria brutale penetra fino al midollo dell'esistenza di un uomo''. Cohen, che dalla fine degli anni Sessanta e' una delle penne storiche del Washington Post, e' andato un passo oltre, catapultando il messaggio di Levi nell'attualita'. 'Primo Levi su Guantanamo' e' il titolo della sua rubrica odierna sul quotidiano della capitale e l'inizio dell'articolo testimonia la difficolta' del tema che Cohen propone nella capitale della guerra al terrorismo: ''Devo essere estremamente cauto, per dire con precisione quello che penso e non lasciar niente al caso''. La riflessione del commentatore del Post e' che l'orrore dell'Olocausto deve essere fonte d'ispirazione per chi pensa che la tortura, sia pur episodica e non su larga scala come quella hitleriana, possa essere giustificata dalle esigenze d'intelligence di un'epoca d'emergenza. Guantanamo non e' Auschwitz, avverte Cohen e l'Olocausto non puo' essere letto fuori dal suo contesto storico. Ma cio' che l'esperienza di Primo Levi puo' insegnare oggi, sottolinea l'editorialista, e' l'impatto che la tortura puo' avere sull' identita' di una persona. Lo spettacolo di Broadway ''non riguarda il genocidio e l'annientamento di molti, ma la vergogna e l'annientamento dell'io''. ''Non sto assolutamente paragonando noi stessi ai nazisti (o ai comunisti) - afferma Cohen, che e' ebreo - e non sto paragonando la diversa vittimizzazione. Non permetterei mai la sottovalutazione dell'Olocausto. Ma se Primo Levi ha il valore che io credo abbia, allora deve essere quello di far si' che l'orrore del suo tempo dica qualcosa al nostro tempo. In 'Primo' - e nel corpo e la voce di Anthony Sher - e' quello che fa''.

Tuesday, July 19, 2005

Boom superchiese, in Texas sfrattano anche la NBA

Il Compaq Center di Houston haappena assistito a un passaggio del testimone da una 'religione' all'altra. Nel grande palasport dove fino a poco tempo fa si adoravano gli atleti della squadra di basket dei Rockets, dal fine settimana hanno cominciato a riunirsi i fedeli della Lakewood Church, la piu' grande chiesa evangelica d'America. Un altro segnale del boom religioso in corso negli Usa: le chiese tradizionali non bastano piu' a contenere le folle ed e' cominciata l'invasione di arene sportive e sale dei cinema. Joel Osteen, il carismatico predicatore che guida la chiesa texana, ha speso 95 milioni di dollari per comprare e rinnovare il palazzetto che fu degli Houston Rockets, dotandolo tra l'altro di due cascate d'acqua e di abbastanza moquette da coprire nove campi da football. Domenica, alla cerimonia di inagurazione del nuovo luogo di culto della Lakewood Church, 16 mila persone hanno stipato l'ex arena della Nba per gridare la loro fede in Dio e comprare gadgets religiosi negli stand dove un tempo si vendevano birra e hotdogs per i tifosi del basket. Osteen guida una congregazione che conta su 30 mila fedeli e punta a riunirne 100 mila in breve tempo. La sua chiesa, come gran parte di quelle che stanno fiorendo un po' dovunque negli Usa del boom religioso, non e' legata ad alcuna delle grandi denominazioni protestanti e i sermoni del pastore Joel sono piu' simili alle conferenze organizzate dalle multinazionali per motivare i dipendenti, che non a cerimonie religiose vere e proprie. ''Io parlo della vita di tutti i giorni - ha detto Osteen al New York Times - non scendo sul terreno delle cose troppo profonde e teologiche''. Nei suoi sermoni, il giovane e telegenico reverendo evita argomenti controversi, spiega con candore di non avere idea perche' Dio permetta la sofferenza ed esorta a non concentrarsi troppo sul dolore e a pensare positivo. Un 'Cristianesimo Light', come lo hanno ribattezzato gli studiosi del fenomeno, che sta conquistando le folle negli Usa ed e' accompagnato da enormi giri d'affari. Se i fedeli di Joel Osteen hanno ormai bisogno dei palasport per riunirsi, quelli di altre chiese evangeliche non sono da meno: almeno 70 congregazioni, secondo il Washington Times, si riuniscono ogni domenica in grandi sale cinematografiche in giro nel paese, per avere posti a sufficienza per tutti. ''Se Gesu' oggi tornasse - e' il parere dei fedeli che si riuniscono sotto il maxischermo - non andrebbe nelle chiese tradizionali, ma in luoghi come questi''. Osteen e' l'erede dei predicatori alla Billy Graham - che nelle scorse settimane, nonostante l'eta' veneranda, e' riuscito a riunire ancora decine di migliaia di persone in un prato a New York - e sfida sul mercato della fede rivali come Rick Warren, il pastore da best-seller che vende milioni di copie del suo libro 'Purpose Driven Life'. Dopo che negli anni Ottanta una serie di scandali sessuali e finanziari avevano messo in crisi un'intera generazione di telepredicatori, Osteen e altri leader carismatici come lui sono tornati a predicare sul piccolo schermo, con look da attori da soap opera e un pubblico televisivo di milioni di persone. Il passo di attrezzare grandi palasport come quello di Houston a sale di culto permanenti, era inevitabile per far fronte alle folle in crescita. I predicatori americani hanno sempre chiesto ospitalita' a strutture del genere, come il Madison Square Garden di Manhattan. Ma adesso le loro chiese cominciano ad avere soldi a sufficienza per comprarle e modificarle a loro piacere. Il Compaq Center ristrutturato dalla Lakewood Center e' un esempio del nuovo luogo di culto all' americana: niente croci, niente iconografia religiosa, ne' vetrate dipinte. In compenso, pero', ci sono le cascate d'acqua purificatrice, un bar con connessioni a Internet ad alta velocita' e 32 salette con videogiochi, per far star buoni i bambini mentre papa' e mamma si immergono nella spiritualita' sotto il palco del predicatore superstar.