La grande corsa nel deserto per i robot del Pentagono
Di trasferirle in Iraq e mandarle a pattugliare Falluja ancora non parla nessuno. Ma il Pentagono e la comunita' scientifica sono entusiasti per l'esito della sfida nel deserto tra auto-robot completamente autonome: cinque tra i 23 veicoli al via, tra cui uno con un cervello elettronico 'italiano', sono arrivati al traguardo superando, senza aiuto umano, ostacoli e insidie sparsi lungo 220 chilometri tra la California e il Nevada.
Per i creativi della Difesa americana, e' una prova che dopo gli aerei senza pilota, che vengono impiegati da anni, si avvicina anche l'era dei veicoli militari capaci di andare in missione in luoghi pericolosi senza alcun soldato a bordo. A festeggiare sono anche gli scienziati impegnati nelle ricerche sull'intelligenza artificiale, molto spesso accusati di realizzare molto meno di quanto promettono.
''Siamo riusciti nell'impossibile!'', ha urlato a squarciagola Sebastian Thrun, direttore del laboratorio sull' intelligenza artificiale alla Stanford University, mentre gli studenti del suo team lo sollevavano in aria, portandolo in trionfo. Stanley, il veicolo-robot realizzato a Stanford sviluppando una Volkswagen Tuareg, e' arrivato per primo al traguardo a Primm, una cittadina di giocatori d'azzardo in Nevada presa d'assalto da una folla di appassionati d'informatica ed esperti militari. L'universita' californiana si e' aggiudicata il premio da due milioni di dollari del 'Grand Challenge' messo in palio dalla Darpa (Defense Advanced Research Projects Agency), il laboratorio di idee del Pentagono che per il secondo anno ha promosso la gara: l'anno scorso fu un fiasco, con tutti i robot partecipanti finiti miseramente nella sabbia o contro qualche roccia nel deserto. ''Stavolta il premio e' stato conquistato ed e' interessante vedere i passi avanti fatti rispetto all'anno scorso'', ha commentato Anthony Tether, direttore della Darpa.
''Questa e' una prova - ha esclamato Thrun - per zittire tutti coloro che dicevano che le auto non possono guidare da sole. E' lo stesso tipo di gente che diceva ai fratelli Wright che non sarebbero mai riusciti a volare''.
Il Pentagono ha pensato alla gara per stimolare i creativi a trovare nuove soluzioni sul fronte dei robot, in vista di usi futuri sui campi di battaglia. L'insolita competizione ha attratto la curiosita' anche di molti addetti ai lavori celebri: lungo il percorso si e' visto aggirarsi Larry Page, uno dei fondatori di Google, mentre al traguardo in Nevada c'era Stephen Wozniak, il cofondatore della Apple, immancabilmente alla guida del proprio Segway, l'innovativo veicolo da passeggio in circolazione da qualche anno negli Usa.
Alla partenza all'alba di sabato nel deserto del Mojave si sono presentati 23 veicoli, pronti a sfidare 220 chilometri di percorso ricco di ostacoli tra la California e il Nevada. Team della Darpa seguivano ogni vettura, da terra e dal cielo e speciali strumenti per rilevare trasmissioni 'wireless' sono stati utilizzati per verificare che qualcuno non barasse: le regole prevedevano infatti che i robot agissero in totale autonomia, senza alcun segnale o comando umano. Per rendere piu' difficile il tutto, la Darpa ha creato anche alcuni tunnel artificiali nel deserto, dentro ai quali i veicoli non potevano ricevere il segnale satellitare Gps utilizzato per orientarsi. Stanley e' riuscito a completare il percorso in 7 ore e quattro minuti (9 ore e 55 se si considerano le soste permesse dal regolamento) e nell'arco di una ventina di minuti sono arrivati al traguardo anche altri tre veicoli senza pilota, due dei quali messi a punto dagli scienziati della Carnegie Mellon University.
Alle loro spalle, uno dopo l'altro fin dalle prime ore si sono ritirati quasi tutti gli altri sfidanti, coinvolti in incidenti o rimasti vittime di guasti. A resistere fino all' ultimo, lento ma imperturbabile, e' stato l'unico robot 'italiano' in gara. Si chiama TerraMax ed era il piu' grosso tra i partecipanti, realizzato modificando un gigantesco veicolo militare prodotto dall'americana Oshkosh. Il cervello di TerraMax e' il frutto della collaborazione tra ricercatori della Rockwell Collins e un team dell'Universita' di Parma guidato dal Alberto Broggi, docente del dipartimento di Ingegneria dell' informazione. Nella giornata di domenica, dopo oltre 26 ore dal via, TerraMax ha raggiunto il traguardo al quinto posto. Contando le ore di sosta nella notte, ha impiegato in tutto 12 ore e 51 minuti.
La Oshkosh gia' oggi produce veicoli per il Pentagono e attualmente ce ne sono 1.500 schierati in Iraq, a disposizione di Marines e US Navy. Per Gary Schmiedel, vicepresidente della societa', ''quello che abbiamo sviluppato e' un sistema di controllo che ha un posto reale nel mondo militare, sui nostri camion da trasporto. Se non possiamo eliminare la minaccia per i soldati in Iraq, senza dubbio pero' possiamo ridurla''.
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